Dalle 9,30 di questo mercoledì 20 novembre, Pierre Palmade si trova di fronte alla giustizia per rispondere dei fatti di lesioni non intenzionali, aggravate dall’uso di droghe in seguito all’incidente stradale avvenuto ormai ventuno mesi fa, a Villiers-en. -Bière, villaggio a sud di Melun (Seine-et-Marne).
In questo caso, una donna di 27 anni, incinta di sei mesi al momento dell’incidente, ha perso il bambino che portava in grembo. Il giorno prima del processo si confidò con i colleghi della RMC ed espresse le sue preoccupazioni. “Il processo mi obbliga a ripensare all’incidente, a riviverlo. La preoccupazione, gli incubi e i flashback riemergono automaticamente”, ha dichiarato.
“I medici mi hanno detto che non potrò tornare come prima”, confida Yuksel Yakut
L’autista la cui auto è stata investita da Pierre Palmade ha denunciato le sue ferite al tribunale penale di Melun.
Ha preso la parola Mila, la giovane donna incinta di sei mesi al momento dei fatti
“Non sono riuscita ad affezionarmi a mio figlio durante la gravidanza”, ha detto Mila al tribunale penale di Melun questo mercoledì, 20 novembre, dopo aver perso il bambino durante il terribile incidente stradale. Il giorno prima aveva espresso le sue preoccupazioni riguardo a questo processo anche ai nostri colleghi della RMC.
Lo status giuridico del bambino è stato messo in discussione durante l’udienza
L’avvocato della parte civile, Me Mourad Battikh, ha messo in dubbio lo status giuridico del bambino che una delle vittime, Mila, ha perso nell’incidente quando era incinta di 6 mesi. All’epoca, un esperto medico concluse che il bambino era morto “in utero”, privandolo così dello status giuridico di essere vivo. Non essendo nato vivo in ospedale, non è stato quindi ritenuto omicidio a carico del comico.
“Vi chiedo solennemente di modificare questa giurisprudenza e di consentire al signor Palmade di comparire volontariamente per omicidio colposo”, riferisce un giornalista di TF1info presente al processo, citando l’avvocato.
Richiesta che il preside interessato e il suo avvocato, Me Celine Lasek, hanno rifiutato. “Mi oppongo alla sua apparizione volontaria”, ha detto.
Il feto non è nato vivo quando è arrivato in ospedale, quindi non ha esistenza legale ai sensi della legge. Il giudice quindi non ha accolto l’“omicidio” sulla base della costante giurisprudenza della Corte di Cassazione. “La giurisprudenza è assurda” dice @maitre_battikh
— Marie Belot (@mclbel)
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