La Banque de France è uno dei membri fondatori di questa rete lanciata durante il Summit One Planet di Parigi nel dicembre 2017. Si tratta di un gruppo di banche centrali e autorità di vigilanza che desiderano, su base volontaria, condividere le migliori pratiche e contribuire allo sviluppo di politiche ambientali e di gestione dei rischi legati al clima nel settore finanziario, nonché mobilitare finanziamenti pubblici e privati per sostenere la transizione verso un’economia sostenibile.
Perdite del PIL più massicce del previsto
Cosa ricordare da questa quinta fase: si prevede che le perdite del PIL dovute al cambiamento climatico saranno maggiori rispetto alle stime precedenti.
Questo sviluppo è dovuto al fatto che gli scenari aggiornati si basano su una nuova funzione di danno che copre un insieme più ampio di eventi climatici e cattura gli effetti persistenti degli shock climatici, tra cui in particolare la variabilità della temperatura, le precipitazioni annuali, il numero di giorni piovosi e gli estremi giornalieri. precipitazione.
Il prezzo del carbonio aumenta
Oltre a previsioni più allarmistiche rispetto a quelle iniziali, da quest’ultima pubblicazione emerge l’urgenza di attuare misure di mitigazione del cambiamento climatico. Queste misure, che avrebbero un costo minore rispetto a quello del cambiamento climatico, mitigherebbero in modo significativo l’impatto dei danni fisici sull’economia. Sarebbe necessario un prezzo del carbonio di circa 300 dollari per tonnellata di CO₂ entro il 2035 per incentivare la transizione verso emissioni nette di carbonio pari a zero entro il 2050, ovvero circa 50 dollari per tonnellata in più rispetto alle previsioni precedenti.
Per arrivare a queste conclusioni, l’NGFS ha confrontato diversi scenari, tra cui due estremi: “Emissioni zero nel 2050”, in cui il riscaldamento globale sarebbe limitato a 1,5°C grazie a politiche climatiche rigorose e all’innovazione, al fine di raggiungere zero emissioni di CO₂ emissioni intorno al 2050; e “Politiche attuali”, in cui vengono mantenute solo le politiche attualmente implementate, il che comporterebbe elevati rischi fisici.
L’NGFS ha inoltre tenuto conto dei dati più recenti sulle traiettorie demografiche e sugli sviluppi del PIL a livello nazionale. Il risultato è chiaro: nello scenario “Zero emissioni nel 2050”, la perdita di PIL globale nel 2050 a causa di danni fisici, secondo i dati più recenti della ricerca climatica, sarebbe del 7,3%, mentre sarebbe del 14,8% se non sono state adottate ulteriori misure di mitigazione. Conclusioni che incoraggiano l’azione e il coordinamento internazionale per limitare gli impatti dei cambiamenti climatici sull’economia globale.
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