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Sì, possiamo diventare capre vedendo il danno fatto dalle capre. Ma questo non è un motivo per fare del sindaco un capro espiatorio…

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Le controversie causate dalla selvaggina alle colture agricole e ai raccolti possono dar luogo a un risarcimento attraverso un regime finanziato dai cacciatori (cfr. ecco)… mentre i guai derivanti dagli animali domestici sono responsabilità dei proprietari di queste creature… Ma a volte le vittime si rivoltano contro i sindaci, perché non hanno fatto un uso sufficiente dei loro poteri di polizia.

È vero che un municipio può sembrare più solvibile del pensionato che si ripara dietro il suo doberman o dell'allevatore che, spesso, non ha più molte coperture assicurative.

Resta il fatto che tra il sindaco e gli animali la legge ha instaurato un rapporto di amore per la mucca (cfr ecco), con interventi limitati da parte dei sindaci (vedi ad es Essere), a meno che non sussista un rischio immediato di turbamento della pubblica sicurezza (cfr. a interessante illustrazione su questo lato), con addirittura un sistema non privo di difficoltà di restituzione degli animali ai proprietari (vedi qui)… e una dieta speciale per alcuni cani.

Ma non esiste una dieta per le capre.

Da qui la decisione così raccontata nel suo affascinante comunicato stampa dell'AT di Rouen e che logicamente ritiene che il sindaco in questo caso abbia fatto del suo meglio, o almeno abbastanza bene da non vedere impegnata la responsabilità comunale:

“Il proprietario di un castello situato a Caumont (Eure) ha presentato ricorso al tribunale amministrativo di Rouen per condannare il comune a risarcirlo per il danno che ritiene di aver subito a causa dello smarrimento delle capre che ha danneggiato più di 150 alberi e arbusti sulla sua proprietà.
Dopo aver ricordato che il codice generale degli enti locali e il codice della pesca rurale e marittima affidano al sindaco, nella sua qualità di autorità di polizia municipale, l'adozione delle misure necessarie per porre fine ai disordini e ai danni arrecati dagli animali randagi sul territorio comunale, la corte ha osservato che il sindaco di Caumont, che era stato informato della presenza di capre nella proprietà del ricorrente solo il 28 febbraio 2020, aveva adottato diverse misure volte a porre fine al danno.
Il tribunale ha quindi osservato che il sindaco aveva contattato, il 14 aprile 2020, la direzione dipartimentale dei territori e del mare, cosa che ha fatto scattare il giorno successivo l'intervento dei luogotenenti di louveterie, che si è rivelato infruttuoso data la configurazione dei locali. Rileva che il sindaco aveva contattato anche il proprietario delle capre, il 15 maggio 2020, per ordinargli di ottemperare ai suoi doveri di cura e vigilanza, e gli aveva intimato di recuperare i suoi animali con l'ordinanza del 2 luglio successivo. Infine, il tribunale ha osservato che il sindaco aveva adottato il 7 luglio 2020 un decreto che affidava alla Fondazione Brigitte Bardot, con la quale erano stati presi contatti già nel maggio 2020, il compito di catturare e prendere in considerazione la cura degli animali, l'operazione concluso il 28 dello stesso mese.
Tenuto conto di questi elementi, e sebbene le capre, che non vagavano sulla pubblica via, non costituissero un pericolo tale da richiedere l’adozione di misure di emergenza, il tribunale ha ritenuto che nessun ritardo colposo fosse imputabile al sindaco di Caumont nell’attuazione della i suoi poteri di polizia. La Corte ha inoltre tenuto conto delle particolari circostanze relative all'instaurazione dello stato di emergenza sanitaria nel periodo considerato e alla configurazione ripida dei locali, sul bordo di un dirupo, che rendono particolarmente difficili le operazioni di ricerca e cattura. »

Fonte : Sentenza n. 2202537 del 14 novembre 2024

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