Lunedì il ministro degli Esteri israeliano ha esortato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad “agire con urgenza” affinché l’Iraq fermi gli attacchi di droni contro Israele perpetrati dal suo territorio da “milizie filo-iraniane”.
“Questa sera ho inviato una lettera al presidente del Consiglio di sicurezza dell’ONU in cui chiedo un’azione immediata riguardo all’attività delle milizie filo-iraniane in Iraq, il cui territorio viene utilizzato per attaccare Israele”, scrive Gideon Saar su X.
“Ho chiesto al Consiglio di Sicurezza di agire urgentemente per garantire che il governo iracheno rispetti i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale e per fermare questi attacchi contro Israele”, ha aggiunto Saar.
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“Il governo iracheno ha la responsabilità di impedire che il suo territorio venga utilizzato come base per attacchi contro altre nazioni”, si legge in una copia della lettera pubblicata da Saar sul suo account X.
“Israele chiede al governo iracheno di adempiere ai suoi obblighi e di adottare misure immediate per fermare e prevenire i suoi attacchi”, prosegue il testo, sottolineando “che Israele ha il diritto intrinseco di difendersi, come previsto dalla Carta delle Nazioni Unite, e ad adottare tutte le misure necessarie per proteggere se stessa e i suoi cittadini da atti ostili […] Milizie appoggiate dall’Iran in Iraq.
In Iraq, i gruppi paramilitari sciiti creati nel caos seguito all’invasione americana del 2003 hanno formato un’alleanza chiamata “Resistenza islamica dell’Iraq”, parte di quello che l’Iran chiama “Asse della Resistenza” in Iraq e Israele.
La “Resistenza islamica dell’Iraq” rivendica regolarmente la responsabilità degli attacchi esplosivi di droni contro Israele. Molti di questi aerei vengono intercettati dalla difesa aerea israeliana, ma all’inizio di ottobre un drone sparato dall’Iraq ha ucciso due soldati israeliani e ne ha feriti altri 24 in una base militare nel Golan.
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