Mentre gli agricoltori sono chiamati a mobilitarsi a partire da questo lunedì in tutta la Francia, Loïg Chesnais-Girard, presidente della Regione Bretagna, dà loro il suo sostegno.
Il presidente della Regione Bretagna interviene questo lunedì mentre gli agricoltori sono chiamati a mobilitarsi in tutta la Francia. Loïg Chesnais-Girard che assicura di sostenere la loro lotta in particolare contro l’accordo tra l’UE ed i paesi sudamericani del Mercosur.
“Capisco questa rabbia, la sento” dichiara Loïg Chesnais-Girard. “Non è spensierato, immagino che usciamo dalla nostra fattoria per andare a manifestare in una rotonda o davanti a un cartello all’ingresso della città. Ma siamo in tempi difficili e in questi tempi difficili dobbiamo dare una direzione per riaffermare insieme che dobbiamo nutrirci, nutrirci essendo liberi, autonomi, è essenziale per il nostro Paese e per l’Unione Europea così com’è. Le incertezze sono davvero tante”.
Il presidente della Regione Bretagna che si oppone anche all’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea ed i paesi del Sud America. “Il commercio mondiale è importante, essenziale e noi facciamo la nostra parte. Esportiamo anche molti prodotti alimentari e agroalimentari, ma dobbiamo tenere sempre presente che se mettiamo il cibo sullo stesso piano degli altri negoziati, come le medicine, lo spazio, l’esercito o altro, allora perderemo automaticamente e soprattutto sacrificheremo i nostri agricoltori. Quindi sì, abbiamo bisogno di accordi commerciali, ma dobbiamo mettere da parte il cibo. cultura, non dobbiamo affogarla con altre imprese e questa è la condizione che ci permetterà di andare avanti. Quindi il Mercosur così come viene proposto, che mette sullo stesso piano le automobili, i medicinali, l’elettronica e il cibo, non può essere firmato non venga firmato. E la Francia deve assumersi le proprie responsabilità e coinvolgere altri paesi europei affinché non si arrivi a questa firma.
Loïg Chesnais-Girard stimato “che dobbiamo essere tutt’altro che ingenui. Gli americani proteggono il loro mercato, i cinesi proteggono il loro mercato. Se gli europei aprono porte e finestre e sacrificano parte dei loro fondamentali, incluso ancora una volta ciò che costituisce la nostra sovranità, la nostra autonomia, il cibo, dell’agricoltura, a lungo termine saremo inevitabilmente penalizzati e incontreremo difficoltà nelle nostre campagne. Dobbiamo riaffermare che questo accordo non può essere firmato così com’è.
A livello regionale, il presidente della Bretagna lo ricorda “Noi Siamo la prima regione in Francia in termini di tasso di acquisto locale, con prodotti bretoni, con prodotti di qualità, con prodotti biologici nei nostri licei. È motivo di orgoglio. Siamo oltre le regole stabilite dal governo e dall’Assemblea nazionale e dobbiamo continuare perché dobbiamo mostrare l’orgoglio di nutrire i nostri figli con i prodotti dei nostri agricoltori. Se diamo aiuti pubblici per realizzare trasformazioni o per assestare duri colpi ai nostri agricoltori, ma allo stesso tempo acquistiamo prodotti lontani che provengono da altre parti d’Europa, o anche da altre parti del mondo, non saremo coerenti e fare questo è addirittura una forma di violenza sociale. Quindi, lo ripeto, nelle nostre mense scolastiche della Bretagna dobbiamo continuare ad essere ai massimi livelli con i prodotti locali. E se a questo aggiungiamo lo sforzo fatto dai colleghi di dipartimento, dai colleghi sindaci, ma anche quello che deve fare lo Stato negli ospedali, nelle caserme, ovunque ci siano pasti fuori casa, come si suol dire, allora si può creare una dinamica abbastanza forte che è al servizio della nostra resilienza e al servizio dei nostri agricoltori che lavorano duramente nei nostri territori per nutrirci”.
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