Un uomo geloso che ha sfigurato il nuovo partner della sua ex fidanzata pugnalandolo al volto è stato giudicato colpevole di aggressione aggravata dopo quattro giorni di deliberazioni della giuria. L’uomo ha tentato di impersonare la vittima chiamando il 118.
Inserito alle 11:23
Soheib Henni Mansour, 28 anni, è stato accusato di aver tentato di uccidere Hassan Mennis e Zayed Bouday il 2 novembre 2022. Il suo processo con giuria si è aperto alla fine di ottobre presso il tribunale di Montreal. Domenica la giuria lo ha assolto dalle accuse più gravi di tentato omicidio. Contro il signor Mennis è stata avanzata solo un’accusa ridotta di aggressione grave.
L’ex fidanzata dell’imputato aveva appena avuto un figlio dalla sua nuova fiamma, Hassan Mennis. Il giorno fatidico l’imputato si era anche congratulato con la sua ex fidanzata per il suo nuovo bambino. Parole molto vuote, perché in effetti l’imputato evidentemente non ha mai accettato che la sua ex fidanzata abbia ricominciato la sua vita senza di lui.
La sera stessa, al parco La Fontaine, Soheib Henni Mansour, accompagnato da un amico, ha aggredito Hassan Mennis, il padre del bambino. Un attacco di grande violenza. L’imputato lo ha pugnalato più volte, tra cui una al volto, lasciandolo con una profonda lacerazione dalla mascella sinistra al mento.
La giuria ha tuttavia concluso che Soheib Henni Mansour non intendeva ucciderlo.
Secondo la Corona, l’imputato ha poi pugnalato alla schiena Zayed Bouday, cognato della prima vittima. Tuttavia, Zayed Bouday ha rifiutato di rispondere alle domande degli avvocati durante il processo. Il giudice Chantal Tremblay lo ha addirittura accusato di oltraggio alla corte.
In queste circostanze, la giuria non era convinta, oltre ogni ragionevole dubbio, che l’imputato avesse effettivamente accoltellato il signor Bouday. Inoltre i coltelli non sono stati rinvenuti sulla scena del delitto.
L’imputato non ha testimoniato in sua difesa, che è suo diritto. Una decisione che, però, ha indebolito la tesi di legittima difesa avanzata dal legale dell’imputato. Agli occhi della difesa, sono stati Soheib Henni Mansour e il suo amico i primi ad essere attaccati dalle vittime. Una tesi respinta dalla giuria.
Secondo le prove della Corona, l’accusato probabilmente ha tentato di mettere la polizia su una falsa pista dopo l’attacco armato. In realtà ha chiamato i servizi di emergenza tre volte per fingere di essere una vittima.
Me Jessica Drolet e Me Geneviève Bélanger ha rappresentato il pubblico ministero in questo processo durato diverse settimane. Me David Leclair ha difeso l’autore del reato, che resta libero fino alla sentenza. Nelle prossime settimane si procederà alla presentazione della sentenza.
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