È una decisione dalle gravi conseguenze che provoca molte reazioni. Domenica, due mesi prima della fine della sua presidenza, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha autorizzato l’Ucraina a utilizzare i missili ATACMS (Army Tactical Missile Systems) a lungo raggio statunitensi per colpire la Russia. Informazioni rivelate dal New York Times e lo conferma l’AFP, che sta scuotendo le cancellerie di tutto il mondo.
Per la Russia la decisione rischia di “gettare benzina sul fuoco”
La reazione più esaminata, quella della Russia, è ovviamente di rabbia. Questo lunedì, 18 novembre, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha stimato che, se fosse confermata ufficialmente da Washington, questa autorizzazione porterebbe alla “una situazione fondamentalmente nuova in termini di coinvolgimento degli Stati Uniti in questo conflitto”. Perché secondo la dottrina già espressa da Vladimir Putin, gli attacchi sul territorio russo con missili stranieri sarebbero considerati da Mosca come attacchi. «[non] effettuato non dall’Ucraina, ma dai Paesi che danno l’autorizzazione”. “Le coordinate degli obiettivi non vengono fornite dall’esercito ucraino, ma da specialisti di questi paesi occidentali. Ciò cambia radicalmente la natura del loro coinvolgimento. ha ripetuto lunedì Dmitri Peskov.
Per Mosca, “È ovvio che l’amministrazione uscente di Washington intende adottare misure per continuare a gettare benzina sul fuoco e provocare un ulteriore aumento delle tensioni”. Nel mese di settembre, Vladimir Putin ha avvertito che tale via libera occidentale “significherebbe niente meno che un coinvolgimento diretto dei paesi della NATO nella guerra in Ucraina”.
La Cina chiede la pace
Alleata discreta della Russia, anche questo lunedì la Cina ha chiesto la pace in Ucraina, senza reagire nel merito della decisione americana. “Un rapido cessate il fuoco e una soluzione politica sono nell’interesse di tutte le parti”, si è accontentato di dichiarare il portavoce del Ministero cinese degli Affari Esteri, Lin Jian, interrogato sull’argomento nel corso di una conferenza stampa. “La cosa più urgente è incoraggiare una pacificazione della situazione il più rapidamente possibile”, ha detto.
La Cina si presenta spesso come un paese neutrale rispetto alla guerra in Ucraina e assicura di non vendere attrezzature letali ai belligeranti. Pechino resta comunque un importante alleato economico e politico di Mosca e non ha mai condannato l’offensiva russa. “La Cina ha sempre incoraggiato e sostenuto tutti gli sforzi verso una risoluzione pacifica della crisi”, ha continuato Lin Jian, aggiungendo che Pechino ne ha la volontà “continuare a svolgere un ruolo costruttivo […] a modo suo” con questo in mente.
Per Parigi l’uso dei missili francesi da parte dell’Ucraina resta “un’opzione”
La Francia ha reagito attraverso il suo ministro degli Esteri, Jean-Noël Barrot. Lungi dal condannare la decisione americana, lunedì ha ribadito che l’uso dei missili francesi da parte delle forze ucraine sul suolo russo rimane “un’opzione”. “Avete sentito il presidente Macron a Meseberg (Germania) il 25 maggio, dove abbiamo apertamente detto che si trattava di un’opzione che stavamo prendendo in considerazione, se fosse necessario autorizzare attacchi su obiettivi dai quali i russi attaccano il territorio ucraino”, ha detto, in inglese, al suo arrivo a Bruxelles per una riunione dei ministri degli Esteri. “Quindi niente di nuovo sotto il sole” ha aggiunto.
La Francia ha fornito all’Ucraina missili terra-aria di tipo Scalp a medio raggio, ma si è sempre rifiutata di indicare quanti ne siano stati consegnati e se siano stati utilizzati dalle forze ucraine.
Gli altri Paesi europei tra consensi e riluttanze
Nel resto d’Europa la decisione americana viene accolta diversamente. La Polonia, accanita sostenitrice di Kiev, stima che, di seguito “entrata in guerra Truppe nordcoreane e a il massiccio attacco missilistico russo, Il presidente Biden ha risposto con un linguaggio comprensibile a Vladimir Putin. È stato il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, a postare queste parole domenica sera su X, aggiungendo: “La vittima di un attacco ha il diritto di difendersi”.
La reazione è molto più timida a Roma, che lunedì ha ribadito la fornitura di armi italiane a Kiev “può essere utilizzato solo all’interno del territorio ucraino”. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ricordato questo lunedì a Bruxelles, precisando la posizione del suo Paese “non cambiare”. Lo ha dichiarato anche Antonio Tajani “favorevole ad una conferenza di pace alla presenza di russi, cinesi, indiani e brasiliani”.
Al momento non si conoscono le reazioni ufficiali di Regno Unito e Germania. Quello di Berlino sarà particolarmente seguito dopo la chiamata del cancelliere Olaf Scholz a Vladimir Putin venerdì.
Related News :