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“I genitori di Thomas vivono ogni giorno un incubo che non finisce mai”

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Un anno dopo l’omicidio di Thomas Perotto, 16 anni, accoltellato durante un ballo a Crépol nella Drôme, mentre le indagini continuano, Maître Alexandre Farelly, avvocato della famiglia di Thomas, testimonia il dolore e la dignità dei genitori del giovane.

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19 novembre 2024: sarà passato esattamente un anno da quando Thomas Perotto, adolescente di 16 anni, ha perso la vita, accoltellato a morte durante un ballo a Crépol, vicino a Romans-sur-Isère nella Drôme. In suo ricordo, questa domenica, 17 novembrenel villaggio si è svolta una cerimonia molto discreta alla presenza dei genitori di Thomas. Un omaggio al figlio del paese materializzato da una stele, un blocco di pietra calcarea bionda, intarsiato con un doppio cuore di metallo, e una targa con incise queste semplici parole: “in memoria di Thomas e a sostegno di tutti gli infortunati al pallone“.

Il maître Alexandre Farelly, avvocato del foro di Grenoble, è l’avvocato della famiglia di Thomas. Oggi dà una modesta testimonianza evocando i genitori e le persone care del giovane.

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Maître Alexandre Farelly, avvocato della famiglia di Thomas Perotto, ucciso a Crépol nel novembre 2023

© Francia 3 Rodano Alpi

Come sta la famiglia di Thomas oggi?

I genitori di Thomas vivono ogni giorno un incubo che non finisce mai. Potrei immaginarti la sera, quando il sonno non arriva, e sperano di poter sognare il loro figlio, di ritrovarlo. O il passo del figlio sulle scale quando scendeva dalla sua stanza, il passo che aspettano ogni mattina. Ci sono molte altre cose che potrei provare a descrivervi ma se lo facessi non sarei all’altezza di questa famiglia. E non sarei all’altezza di Thomas.

Questa famiglia, quando arrivi a casa loro, ti aprono la porta, ti prendono in braccio, ti chiedono come stai, come stanno i tuoi cari, si preoccupano, hanno affetto per te. Si prendono cura di te mentre vedi questa sofferenza, questa assenza, questa mancanza nei loro occhi. Ma soprattutto c’è la loro dignità, c’è la loro forza.

Quando li lasci, sei devastato perché ti chiedi come fanno. Ti chiedi come stanno resistendo a questa tempesta e non riesci a trovare la risposta. Rimani lì, inchinandoti davanti a chi sono e alla forza che hanno.

Nella mente dei genitori di Thomas, il figlio è morto pochi minuti fa. Di fronte a tale dolore, la nozione di tempo non funziona.

Maître Alexandre Farelly, avvocato della famiglia Perotto

Il passare del tempo non allevia il loro dolore?

Per capirli, penso che bisogna confrontarsi con il dolore, un dolore estremamente violento. E perciò dici a te stesso, quando lo sai, quando lo hai sperimentato, che la nozione di tempo non entra più in gioco. Non funziona così. Nella loro mente, Thomas è morto pochi minuti fa. Nella loro mente, Thomas muore più volte al giorno. Il tempo non è un fattore nell’equazione, almeno non in questa fase e non fino al processo.

Quando sei con loro… Forza, dignità, coraggio, umanità, questo è ciò che ti salta all’occhio e ti prende per le viscere. C’è rabbia, ma sarebbe tradirli parlarti di questa rabbia adesso. A contatto con loro, quando li lasci, non è la rabbia che ti resta nella mente.

Cosa si aspettano oggi dall’istruzione, dalla giustizia?

Si aspettano che tutto venga fatto nel miglior modo possibile. Si aspettano istruzioni di qualità e indagini di qualità. Sono consapevoli che i magistrati sequestrati fanno il loro dovere, che tutti gli inquirenti sequestrati tramite rogatoria fanno il loro dovere. Sanno che ci vorrà del tempo, lo accettano. Perché hanno riposto la loro fiducia nell’autorità giudiziaria un anno fa e finora questa fiducia non è stata tradita. E speriamo che questa fiducia venga rispettata fino al giorno in cui la Corte d’Assise deciderà e sentirà.

Hai idea di quando avrà luogo il processo?

Durerà molto tempo, non parliamo di settimane, parliamo di diversi mesi ovviamente. Non posso annunciare una scadenza e non voglio farlo. Vogliamo che le cose siano fatte nel modo giusto.

Sanno che si tratta di un’indagine complicata e che forse non sapremo mai chi ha accoltellato loro figlio?

La fiducia ha la precedenza su tutto ciò. Ci sarà una decisione, delle convinzioni, è così che intendono le cose in questa fase.

Sono sufficientemente sostenuti e accompagnati?

Sapete, Crépol è un villaggio, c’è il club di rugby, la solidarietà e senza dubbio è anche questo che dà loro la forza di cui parlavo prima. Hanno questa forza dentro di loro, ce l’hanno grazie a Tommaso, grazie all’amore che provano per Tommaso e che non li lascerà mai. Ma lo hanno anche grazie a tutte le persone che li circondano: vicini, amici e tutti coloro che vivono in questa parte del dipartimento della Drôme..

Un anno dopo l’omicidio di Thomas, 14 persone, tra cui tre minorenni, furono incriminate per “omicidio volontario e tentato omicidio volontario da parte di una banda organizzata. Tutti gli imputati, di cui otto in custodia cautelare, negano le proprie responsabilità. L’identità della persona che ha pugnalato a morte il giovane Thomas rimane un mistero.

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