Come previsto, la decisione è arrivata venerdì poco prima delle 10 al tribunale di Trois-Rivières. Il giudice David Bouchard della Corte del Quebec ha infine appoggiato la proposta comune delle parti condannando Jimmy Bergeron-Lessard a una pena penitenziaria di 30 mesi.
Ma togliendo la custodia cautelare, deve ancora scontare, da oggi (venerdì), una pena di due anni meno 41 giorni.
Lo scorso agosto, Jimmy Bergeron-Lessard ha ammesso la sua colpevolezza per l’accusa di negligenza criminale che ha causato la morte in relazione agli eventi accaduti il 2 settembre 2019 a Saint-Samuel.
Quella sera, come è stato raccontato durante le osservazioni della sentenza, Jimmy Bergeron-Lessard e Caroline Martel sono andati in un bar. Secondo quanto riferito, hanno lasciato il luogo intorno alle 22:30 a bordo dell’auto dell’uomo, che ha raggiunto una velocità di 158 km/h.
Mentre viaggiava sulla 4a fila dell’autostrada Saint-Samuel, l’autista ha mancato una curva e il suo veicolo si è ribaltato e si è fermato sul tetto. La polizia non ha notato alcun segno di frenata.
Ha perso la vita la passeggera 24enne. Jimmy Bergeron-Lessard ha lasciato la scena. La polizia lo ha trovato poche ore dopo nella zona di Sainte-Eulalie.
Pubblico Ministero e difesa hanno presentato, nel corso delle memorie di sentenza, la proposta comune di 30 mesi di reclusione sottraendo la custodia cautelare. Una proposta che ha suscitato l’ira dei parenti della vittima. “Non era quello che avevo programmato per mia figlia, una morte violenta a 24 anni, abbandonata in un campo, da sola. Non lo facciamo nemmeno a un cane che abbiamo appena investito”, ha riferito Le Nouvelliste in seguito a una lettera del padre letta dalla sua compagna.
“Quando una sentenza proposta non è contraria all’interesse pubblico, deve essere ratificata, salvo in presenza di circostanze eccezionali”, ha spiegato il giudice David Bouchard della Corte del Quebec.
Una sentenza, ha sottolineato, deve essere valutata in modo obiettivo, tenendo conto in particolare delle aggravanti e delle attenuanti, del grado di responsabilità dell’imputato, dei principi di armonizzazione delle pene, perseguendo obiettivi di denuncia e di deterrenza.
Una pena, ha osservato, deve talvolta portare all’isolamento del colpevole, ma anche favorire il reinserimento sociale.
Il confronto tra avvocati, che conoscono i punti di forza e di debolezza del proprio caso, consente, ha sottolineato il magistrato, di arrivare a dichiararsi colpevoli, evitando così processi e il peso del sistema giudiziario.
Il giudice ha ritenuto importante la gravità oggettiva e soggettiva del reato commesso, da qui l’irrogazione di una pena penitenziaria. “Questa è la prima volta per te”, ha detto all’imputato. Con un lungo periodo di prova, ciò aiuta a garantire la protezione della società. Ed è una pena sufficientemente lunga, ma anche breve per favorire il reinserimento sociale”, ha sostenuto il giudice Bouchard.
Dopo il suo rilascio dal penitenziario, Jimmy Bergeron-Lessard sarà soggetto a un periodo di prova di tre anni, di cui 18 mesi con sorveglianza. Ciò significa che deve, su richiesta, riferire al suo agente di vigilanza.
Durante il periodo di prova, deve mantenere la pace e mantenere un buon comportamento. Gli sarà vietato comunicare direttamente o indirettamente con i membri della famiglia della vittima o trovarsi a casa loro.
Il Presidente del Tribunale ha inoltre imposto l’interdizione alla guida per l’intera durata del periodo di prova (tre anni), ad eccezione del lavoro e delle riunioni di follow-up del periodo di prova.
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