“Non mi sottraggo ad alcuna responsabilità”, ha aggiunto Mazón in totale silenzio, mentre diverse decine di persone si sono radunate all’esterno dell’edificio per ascoltare il suo discorso.
Questa folla ha lanciato grida di “bugiardo” e di “assassino” durante il discorso del signor Mazón, il cui atteggiamento il 29 ottobre, giorno dell’alluvione, è stato molto diffamato. Sotto accusa soprattutto il ritardo nell’invio da parte dei suoi servizi di un avviso ai residenti per avvertirli dell’estremo pericolo delle piogge torrenziali che cadevano dall’inizio della mattina.
La tragedia di Valencia potrebbe avere conseguenze anche sui nostri piatti: ecco perché temiamo la carenza di frutta e verdura
“Questo governo non ci rappresenta”, hanno gridato i manifestanti, che hanno nuovamente chiesto le sue dimissioni.
Il signor Mazón è stato aggredito da una folla inferocita nella località di Paiporta, vicino a Valencia, il 3 novembre, durante una visita del re Filippo VI e della regina Letizia.
Proprio come il primo ministro socialista Pedro Sánchez, ha dovuto abbandonare rapidamente il corteo per sfuggire ai manifestanti, che li avevano copiosamente insultati.
Questa comparizione davanti al parlamento regionale, che avviene sia su sua richiesta che su quella dell’opposizione, era inizialmente prevista per giovedì, ma è stata rinviata a causa della nuova allerta rossa per forti piogge emessa mercoledì sera dall’agenzia meteorologica Aemet.
Mazón ha iniziato il suo intervento ricordando che si è trattato “delle peggiori inondazioni che la Spagna abbia subito dal 1962”.
“Tutti capiscono che la portata della tragedia e le sue conseguenze significano che ci sarà un prima e un dopo nelle nostre vite e che nulla sarà mai più lo stesso”, ha detto.
Membro del Partito Popolare (destra), contrario al governo centrale di Pedro Sánchez, Mazón ha sottolineato che il gruppo parlamentare del suo partito ha chiesto la creazione di una commissione d’inchiesta da parte del parlamento regionale.
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