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AUTUN: Quando un controllo stradale finisce per mettere sulle tracce i gendarmi…

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Da 3 a 4 canne al giorno era la media per questo scapolo, non così sognante… Condannato a indossare un braccialetto elettronico, potrà continuare a fumare…

I gendarmi della brigata Autun lo hanno messo alle strette sull’aspetto droga, dopo un controllo stradale seguito da una perquisizione domiciliare, ma l’aspetto furto di profumi risulta ingente, si tratta di merce per un valore di circa 11.000 euro.
Questo giovedì 14 novembre, all’udienza di comparizione immediata, la sala è gremita, studenti delle scuole superiori, studenti di master e la famiglia del primo imputato occupano ogni luogo e anche di più.
Nel palco, un uomo di 44 anni, davanti a lui un avvocato arrivato da Parigi, che inizia deducendo a lungo i motivi di nullità. Il Pubblico Ministero risponderà severamente su ogni punto. Un’ora dopo, la corte può esaminare il merito.
Di fronte a così tante risorse messe in campo, pensavamo di avere a che fare con il trafficante dell’anno, ma non sembra essere così.

I fatti

Il 28 ottobre gli agenti di polizia hanno controllato il conducente di uno scooter. È risultato positivo agli stupefacenti. Nel frattempo, la polizia ha effettuato una perquisizione nella sua abitazione. I gendarmi hanno trovato lì: due stanze per la coltivazione di cannabis, tritacarne, bilance di precisione, 130 grammi di foglie di cannabis, 250 grammi di fiori recisi, 1,78 kg di resina di cannabis e, ciliegina sulla torta: erba, 209 bottiglie del cosiddetto “marchio “profumi.
La droga proviene dalla Spagna, spedita “per posta” precisa l’imputato. I profumi vengono semplicemente tolti dai pallet che passano attraverso l’azienda che lo impiega come commissionatore… Non è il solo a aiutarsi, un’indagine è in corso.

“Da 3 a 4 canne ogni sera.” Vive da solo e non ha figli

L’uomo riconosce i fatti. Si capisce ancora meno perché abbia richiesto l’assistenza di una ditta parigina.
Dice di assumere droghe, esclusivamente cannabis, da circa 10 anni. Non ha mai provato a liberarsene, coltiva le sue piante e compra anche la resina.
Dice di fumare “dalle 3 alle 4 canne ogni sera”. Vive da solo e non ha figli. Era già stato condannato nel 2020 per guida mentre faceva uso di cannabis. Oltre alla multa, gli è stato imposto di seguire un corso di sensibilizzazione sui pericoli della guida sotto effetto di sostanze stupefacenti. E ? E niente. Come spesso accade. Non si tratta solo di dare lezioni alle persone in modo da aprire loro le orecchie. È così dalla notte dei tempi.

Morale e requisizioni

A proposito di lezioni, l’accusa punta su una moralità un po’ antiquata (potrebbe ancora rendere la sua famiglia orgogliosa di lui invece di stare in tribuna… Abbiamo ancora il diritto di concludere che si tratta di una moralità superata: siamo su terra per rendere orgogliose le nostre famiglie, oppure viviamo per niente e restiamo a vivere la nostra vita, cosa che senza dubbio gli imputati hanno difficoltà a fare, visti gli imbarazzi in cui si trovano? È un vero dibattito.)
Il pubblico ministero chiede una condanna a 18 mesi di reclusione, 12 dei quali accompagnati da sospensione condizionale rafforzata, detenzione continuata per la parte ferma.

“Non è un trafficante, è un consumatore che…”

Prende nuovamente la parola l’avvocato parigino. “Non è un trafficante, è un consumatore che si è lasciato vincere dalla sua dipendenza. » (E che allo stesso tempo avrebbe potuto diventare bersaglio dei trafficanti, come hanno ricordato i magistrati, ndr) «Ha ammesso tutto. La sua installazione è artigianale. L’attrezzatura costa 600 euro e la cannabis non è confezionata. Il suo contenuto di THC è particolarmente basso. »
Sui voli: “Non è lui la mente dietro questo sistema. Non ne ha tratto alcun beneficio”, dice l’avvocato. Inoltre tutto è stato restituito e la società non si è costituita parte civile in udienza. Considerato tutto ciò, incarcerarlo? “Il tasso di occupazione del centro penitenziario di Varennes-le-Grand è del 183%. È qualcuno che è uscito dalla strada da solo, che ha saputo riorientarsi. La sua famiglia è venuta a sostenerlo. »

8 mesi di fermo in DDSE poi 2 anni sotto il controllo della giustizia

Il tribunale respinge le eccezioni di nullità, dichiara colpevole l’imputato, lo condanna alla pena di 20 mesi di reclusione, di cui 12 mesi sospesi in libertà vigilata per 2 anni, con obblighi di cure, di lavoro, di pagamento del compenso fisso di procedura (più di 300 euro quando i fatti sono legati alla droga).
Gli viene sistemata la parte fissa di 8 mesi in detenzione domiciliare sotto sorveglianza elettronica, ma non esce subito: deve attendere, in carcere, che un giudice dell’esecuzione penale stabilisca la cornice del DDSE, entro il termine di 5 giorni .

FSA

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