Senza giri di parole, il Ministro del Commercio e dello Sviluppo delle Esportazioni, Samir Abid, non ha esitato ad esprimere le apprensioni della Tunisia riguardo al Meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio, imposto dall’Unione Europea. La nuova normativa, che entrerà in vigore nel 2026, potrebbe, secondo il ministro, avere ripercussioni sulla competitività dell’economia nazionale. Chiede un approccio europeo più flessibile e, soprattutto, partecipativo nell’applicazione di queste norme per tenere conto della fragilità del tessuto industriale tunisino.
È stato durante un seminario di formazione sul calcolo dell’impronta di carbonio, organizzato congiuntamente dal Ministero del Commercio e dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), che il Ministro Samir Abid ha parlato delle possibilità di ripercussioni economiche del meccanismo di aggiustamento delle frontiere del carbonio (Macf). , istituito dall’Unione Europea per le imprese stabilite in Tunisia. Infatti, in base a questo meccanismo, le esportazioni tunisine nei settori del cemento, dei fertilizzanti chimici, del ferro e dell’alluminio saranno soggette a tasse aggiuntive se la loro impronta di carbonio supera quella di prodotti simili fabbricati nello spazio europeo.
Maggiori informazioni nell’edizione di domani.
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