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Sotto minaccia di ineleggibilità, Marine Le Pen al momento della scelta

Minacciata da una sentenza di ineleggibilità che distruggerebbe le sue ambizioni all’Eliseo per il 2027, Marine Le Pen giocherà per la sua sopravvivenza politica nelle prossime settimane. Per riprendere il controllo, l'ipotesi di censurare il governo Barnier quest'inverno è passata da fantasiosa a probabile.”L'accusa accuserà, il che non mi farà cadere dalla sedia, a priori…” Martedì sera, nel salotto di un Palazzo parigino dove si è celebrata l'uscita del libro di Jordan Bardella, Marine Le Pen ha voluto trasmettere la calma delle vecchie truppe, alla vigilia delle requisizioni nei suoi confronti nel processo contro gli assistenti degli eurodeputati RN.I cinque anni di reclusione, comprese due condanne severe, una multa di 300.000 euro e cinque anni di ineleggibilità con esecuzione immediata chiesti finalmente mercoledì dai pubblici ministeri lo hanno fatto tuttavia vacillare un po'.”L'unica cosa che interessava all'accusa era Marine Le Pen per poter chiedere la sua esclusione dalla vita politica (…) e poi il Raggruppamento Nazionale per poter rovinare il partito”, protestò colui che fino ad allora aveva rifiutato di qualificarsi come “politico” questo processo. Il vicepresidente della RN Sébastien Chenu ha concordato giovedì, denunciando “un'accusa che svolge una missione politica”. “In quale paese vivremmo se alla principale donna politica (…) fosse impedito di candidarsi?” Il suo collega Jean-Philippe Tanguy ha denunciato “requisizioni quasi fanatiche” su 2. – L'appello Bardella – Jordan Bardella, che non è perseguito, dal canto suo ha ritenuto nelle conclusioni della procura tanto “implacabile” che “un attacco sulla democrazia”. Il presidente del Raggruppamento Nazionale, 29 anni, appare soprattutto più che mai come un appello se la decisione dei giudici – attesa all'inizio del 2025 – seguisse queste Se avesse preso la guida martedì, su CNews, il paladino delle ultime elezioni europee aveva comunque spiegato che sono “le circostanze” a “determinare” la migliore candidatura alle presidenziali, è ovvio che dipenderà da esse circostanze e ha ragione a dirlo”, ha commentato magnanimamente Marine Le Pen, sostenendo che “un certo numero di persone forse cerca di impedirmi di candidarmi attraverso giustizia, perché non riescono a farla passare attraverso le urne.” “Vedo i sorrisi, i denti che si affilano + Ah, se potessimo sbarazzarci di Marine + E brutte notizie per loro: anche se ci riuscissi, non riuscirai a sbarazzarti di Jordan E di me Me ne sono “rallegrata”, si vantava ancora martedì sera. “Non ci prepariamo per il dopo Marine Le Pen, ci prepariamo per il dopo Emmanuel Macron”, si è comunque qualificato Sébastien Chenu. La sentenza richiesta non è una sorpresa Martedì sera, Philippe Olivier, consigliere e cognato di Marine Le Pen, ha delineato una retro-pianificazione: “Non permetteremo che ciò accada. Faremo appello all'opinione pubblica. E lo faremo. fare altri dieci punti nelle prossime elezioni legislative”. Resta il fatto che l’idea stessa di esecuzione provvisoria, cioè di ineleggibilità immediata e non sospesa in appello, non è stata del tutto anticipata. Per Marine Le Pen si tratta ora di riprendere il controllo. Mentre Jordan Bardella si gode già il successo commerciale del suo lavoro con una grande promozione sui canali del gruppo Bolloré – 25.000 copie vendute in tre giorni, secondo chi lo circonda – il capo del gruppo RN all'Assemblea Nazionale si chiede Chi si era impegnato a non censurare automaticamente il primo ministro Michel Barnier, vedendo solo svantaggi nel rovesciare un governo prima che fosse possibile un nuovo scioglimento, cioè a luglio successivo – diventa improvvisamente minaccioso. “Sì, c'è un percorso che è stato fatto nella mia mente”, dice, avvertendo che “chi è fiducioso non dovrebbe essere così fiducioso. In privato, i suoi luogotenenti decifrano: “Ciò che ci ha trattenuto dal voto sulla mozione di censura sono usciti vincitori due elettori, pensionati e imprenditori, che temevamo ci avrebbero accusato di irresponsabilità se avessimo hanno fatto saltare in aria il governo”. Ma, continua uno degli stessi, “questi adesso ci chiedono anche di censurare”, unendo le loro voci a quelle delle “nostre storiche elezioni”. “Voteremo una mozione di censura? Decideremo”, ha aggiunto Sébastien Chenu, assicurando giovedì che non vi è “nessun legame diretto” con la minaccia legale che grava su Marine Le Pen.pab-lum/sde/sla

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