Investing.com– Il prezzo dell’oro è sceso giovedì al livello più basso degli ultimi due mesi, principalmente a causa del rafforzamento del dollaro dopo che i dati hanno mostrato che l’inflazione statunitense è rimasta stabile, mentre pesano anche le anticipazioni di nuove misure da parte della Federal Reserve. il mercato.
Tra i metalli industriali, il prezzo del rame è sceso ai minimi di tre mesi a causa delle preoccupazioni persistenti sulla Cina, il principale importatore, la cui recente serie di misure di stimolo è stata in gran parte deludente. Ha pesato anche la prospettiva di un aumento dei dazi americani sulla Cina, sotto la seconda presidenza di Donald Trump.
Ma il dollaro più forte è rimasto un peso chiave nei mercati dei metalli, con il biglietto verde che ha toccato il massimo di un anno a causa dell’incertezza sulle prospettive a lungo termine dei tassi di interesse.
è scesa dello 0,5% a 2.560,74 dollari l’oncia, mentre la scadenza di dicembre è scesa dello 0,8% a 2.565,25 dollari l’oncia alle 7:10. L’oro spot è sceso di oltre l’8% rispetto al massimo storico di ottobre.
L’oro messo sotto pressione dal rialzo del dollaro in seguito ai dati CPI
Le perdite del metallo giallo hanno seguito un forte aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro questa settimana. L’aumento del dollaro si è intensificato dopo che i dati di mercoledì hanno mostrato che l’inflazione statunitense è rimasta stabile nel mese di ottobre.
Poiché i trader hanno aumentato le loro scommesse su un taglio dei tassi a dicembre da parte della Fed, le prospettive a lungo termine per i tassi sono diventate più incerte.
I mercati stanno inoltre scontando una potenziale ripresa dell’inflazione dovuta alle politiche espansionistiche e protezionistiche dell’amministrazione Trump, che dovrebbero mantenere i tassi a lungo termine relativamente elevati.
Giovedì l’attenzione si è concentrata sul prossimo discorso del . La settimana scorsa, Powell ha ribadito l’approccio basato sui dati della banca verso un ulteriore allentamento, dopo aver tagliato i tassi di 25 punti base.
Giovedì anche gli altri metalli preziosi sono risultati negativi. L’oro è sceso dello 0,4% a 938,15 dollari l’oncia, mentre il petrolio è sceso dell’1,4% a 30,233 dollari l’oncia.
Il rame scende ai minimi di tre mesi a causa dei problemi della Cina
Tra i metalli industriali, il prezzo del rame ha esteso i recenti ribassi, toccando il minimo di tre mesi, poiché permane il sentiment negativo nei confronti del principale importatore, la Cina.
Il benchmark del London Metal Exchange è sceso dello 0,9% a 8.940,50 dollari la tonnellata, mentre il contratto di dicembre è sceso dello 0,8% a 4,3060 dollari la libbra, con entrambi i contratti che hanno toccato i livelli più deboli da agosto.
La recente tornata di misure fiscali della Cina ha ampiamente deluso gli operatori che speravano in misure più mirate per sostenere la spesa privata e il mercato immobiliare. Anche la prospettiva di un aumento delle tariffe sotto Trump ha offuscato le prospettive della Cina.
Si prevede che Pechino presenterà nuove misure di stimolo in due importanti incontri politici a dicembre.
Questa settimana l’attenzione sarà focalizzata sui dati cinesi e, in arrivo venerdì, su ulteriori indizi sull’economia.
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