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i prezzi salgono nella speranza di un allentamento monetario

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Mercoledì i prezzi del petrolio si sono ripresi, incoraggiati da un indice dei prezzi americano che non mette in discussione l'ipotesi di una continuazione dell'allentamento monetario in corso, fattore di per sé a sostegno della domanda di oro nero. Il barile di Brent del Mare del Nord con consegna a gennaio è aumentato dello 0,54%, chiudendo a 72,28 dollari. Il barile americano di West Texas Intermediate (WTI), con scadenza a dicembre, è aumentato dello 0,45% a 68,43 dollari.

Per John Kilduff di Again Capital il rafforzamento dei prezzi del greggio è legato alla pubblicazione dell'indice americano dei prezzi al consumo CPI. In ottobre si è attestato al 2,6% su un anno, in linea con le proiezioni degli economisti, cioè al di sopra del 2,4% di settembre. Per Bill Adams della Comerica Bank, nonostante l'accelerazione, “questi dati lasciano presagire un ulteriore taglio dei tassi da parte della Fed (la banca centrale americana) a dicembre”. Questa prospettiva “è positivo” per i prezzi del petrolio perché indica “un potenziale aumento della domanda di petrolio nei prossimi mesi”secondo John Kilduff.

Le scelte di Donald Trump esaminate attentamente

L'analista si è soffermato anche sulla reazione del mercato alle scelte di politica estera di Donald Trump. Il presidente eletto ha così annunciato martedì la nomina al posto di consigliere per la sicurezza nazionale del repubblicano eletto alla Camera dei Rappresentanti Mike Waltz, che ha regolarmente pronunciato un discorso molto fermo nei confronti dell'Iran. Inoltre, mercoledì il senatore della Florida Marco Rubio è stato nominato segretario di stato. Questo ex candidato alla presidenza ha recentemente invitato Joe Biden a farlo “imporre la massima pressione sull’Iran”. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), a settembre l’Iran ha prodotto 3,41 milioni di barili al giorno.

Questi elementi limitano la portata del rapporto mensile dell’American Energy Information Agency (EIA). L'EIA ha rivisto al ribasso il prezzo medio del barile di Brent per il 2025 e ha leggermente rialzato il livello medio di produzione mondiale per il prossimo anno, mantenendo invariata la stima dei consumi, aggiustamenti che rischiano di indebolire i prezzi. Ma per John Kilduff questi cambiamenti furono solo marginali. “La traiettoria della produzione non cambierà drasticamente nel breve termine”avverte l'analista. L’EIA prevede ancora che la produzione statunitense salirà a 13,5 milioni di barili al giorno nel 2025, un livello mai visto in un anno intero.

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