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Aumento della tassa sul gas ma non sull’elettricità, comunità, risparmio: quello che propone al Senato il relatore del Bilancio

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La palla ora è nel campo dei senatori. Dopo l’esame caotico della legge finanziaria (PLF) all’Assemblea, è un Senato in posizione di forza che si impadronisce del bilancio 2025. Michel Barnier può contare all’Alta Assemblea sulla maggioranza senatoriale LR-centrista, estesa ai gruppi RDPI (Rinascimento), Les Indépendants (orizzonti a maggioranza) e parte del RDSE. Abbastanza per co-costruire questo PLF, che arriva nella sua versione iniziale di governo, dopo la bocciatura della parte relativa alle entrate da parte dell’Assemblea.

“Nessuna linea rossa”

Se il relatore “sostiene” il progetto di bilancio, il Senato non intende fare di meno. In vista della sessione, che durerà dal 25 novembre al 12 dicembre, i senatori hanno compiuto questo mercoledì mattina un passo importante: il relatore generale del bilancio, il senatore LR Jean-François Husson, ha presentato i suoi 28 emendamenti alla commissione delle finanze e ai suoi i principali punti della prima parte, che riguarda le ricette. Se saranno adottati bisognerà aspettare la seduta perché vengano votati formalmente, durante i dibattiti in emiciclo. Il relatore è generalmente seguito.

“Oggi siamo entrati in uno stato di emergenza di bilancio”, che “ci impone una ripresa massiccia”, ha detto nel tardo pomeriggio durante una conferenza stampa. Anche se ricorda di provenire da una famiglia politica “liberale”, non ha “nessuna linea rossa”. Accetta, cioè, gli aumenti delle tasse sulle imprese o sui più ricchi proposti nel testo del governo. Per “cercare di unire le persone”, difende uno “spirito di commando per la Francia, o di resistenza”.

Il Senato vuole “mantenere la coerenza del testo”

Di fronte agli aumenti fiscali adottati dall’Assemblea, il senatore di Meurthe-et-Moselle ha dichiarato: “Comprendo il rifiuto finale del testo da parte dei nostri colleghi deputati perché il testo modificato non aveva più alcuna coerenza, non era più accettabile”. “Tuttavia, senza un testo adottato dall’Assemblea nazionale, il testo adottato dal Senato servirà da riferimento per le discussioni in commissione paritetica”, ha ricordato questa mattina Jean-François Husson davanti ai suoi colleghi, secondo il testo di le sue osservazioni fatte in commissione.

“Questo ci dà due responsabilità importanti durante l’esame al Senato: da un lato, mantenere la coerenza di questo testo, cosa che l’Assemblea non è riuscita a raggiungere; dall’altro mantenere l’obiettivo del risanamento delle finanze pubbliche”, aggiunge.

Ulteriori 4 miliardi di risparmio per “permettere di ridurre gli aumenti delle tasse”

Come spiegato da publicsenat.fr, l’obiettivo della maggioranza senatoriale è rafforzare le economie per limitare l’aumento delle tasse, pur mantenendo un “equilibrio” generale. Il Senato proporrà quindi di ridurre la spesa per un “totale di 4 miliardi di euro” aggiuntivi, “e questi risparmi dovrebbero permetterci di ridurre l’aumento delle tasse”, spiega il relatore generale. Chiarimenti utili in materia di risparmio, formulati in commissione:

In termini di risparmio, Jean-François Husson ha avviato una “revisione delle spese”, missione per missione di bilancio. Cita alla rinfusa “150 milioni di euro” di risparmi sull’apprendistato – “è normale che lo Stato continui a concedere 6.000 euro alle aziende più grandi quando assumono un apprendista con bac + 3 o più? » – Il budget eccessivo dell’Istruzione Nazionale per la formazione, l’eliminazione della SNU, la riduzione dei posti di lavoro degli operatori, l’eccessivo flusso di cassa degli operatori o addirittura dell’Agenzia Nazionale per la Ricerca. Il relatore prevede anche di “inasprire” gli aiuti sanitari statali di “200 milioni di euro” o di abbassare il tetto di varie tasse, facendo risparmiare allo Stato diversi milioni di euro.

Da notare anche un emendamento del relatore che prevede di aumentare “di 200 milioni di euro il prelievo effettuato dalle casse del Centro Nazionale del Cinema (CNC), per portarlo a 650 milioni di euro”, il che “non avrà alcun impatto sul suo capacità di mobilitare finanziamenti per il cinema”, sostiene l’emendamento.

Eliminazione dell’aumento della tassa sull’energia elettrica: un costo di 3,4 miliardi di euro

Altro punto forte della manovra stile senatorio: l’eliminazione dell’aumento dell’imposta sull’energia elettrica. “La nostra commissione non è favorevole ad aumentare la tassazione dell’elettricità oltre il livello pre-crisi”, annuncia Jean-François Husson, mentre il testo del governo prevede di consentire un aumento dell’accisa sull’elettricità fino a circa 50 euro per MWh. Il suo livello prima della crisi energetica è di 32,44 euro/MWh. L’argomento ha suscitato polemiche anche in Assemblea. L’emendamento è stato adottato all’unanimità in commissione.

“Con i francesi era stato preso un impegno e non credo sia giusto approfittare del prossimo calo dei prezzi dell’energia elettrica per aumentare le tasse. Inoltre, questo aumento delle accise sull’elettricità non corrisponde né a un obiettivo di giustizia sociale, né a quello della necessaria transizione energetica”, giustifica il relatore generale, che propone semplicemente “di eliminare la possibilità lasciata al governo dall’articolo 7 del PLF per aumentare le accise”. “Questa proposta riduce di 3,4 miliardi di euro l’aumento delle tasse per tutti i francesi”, precisa Jean-François Husson. Oppure un costo che “si assume interamente” e che sarà “integralmente compensato”.

Aumento della tassa sul gas che frutta 950 milioni di euro

Il relatore intende in particolare finanziarlo “mediante un leggero aumento della tassazione sul gas”, puntando “all’avvio della convergenza” con le energie a basse emissioni di carbonio. L’emendamento prevede di aumentare di 4 euro per MWh l’accisa sul gas naturale ad uso combustibile.

Il che “rappresenta un aumento di circa 62 euro all’anno del costo del riscaldamento a gas per una famiglia che vive in abitazioni di 100 mq di superficie”, precisa lo scopo dell’emendamento. Quanto basta per portare ancora “950 milioni di euro” nelle casse dello Stato.

Il credito d’imposta per la ricerca “meglio vigilata”: 400 milioni di euro di risparmio

Sempre per finanziare l’eliminazione dell’aumento delle tasse sull’energia elettrica, il relatore punta anche sui risparmi già citati, nonché sull’inserimento di “dispositivi antiabuso e antifrode” nel PLF.

Jean-François Husson propone in particolare di “regolamentare meglio il credito d’imposta per la ricerca” attuando alcune raccomandazioni della revisione della spesa dell’Ispettorato generale delle finanze sugli aiuti alle imprese. Abbastanza per far risparmiare “poco più di 400 milioni di euro”.

Emendamento contro la frode sull’arbitraggio sui dividendi, “cum cum”

Intende inoltre “lavorare sulla questione delle frodi relative all’arbitraggio dei dividendi – il famoso argomento di “CumCum” – con l’obiettivo di proporre un sistema prima dell’esame in seduta pubblica”, tema su cui sta lavorando in particolare la senatrice centrista Nathalie Goulet. . Da qui all’incontro dovrebbero essere proposti ancora “altri emendamenti”.

Jean-François Husson progetta anche un sistema “anti-evasione” nel quadro del contributo eccezionale agli utili delle grandi imprese, creato in questo PLF. Essa “mira a impedire che alcune imprese riescano, attraverso strategie di ottimizzazione, ad uscire dal campo di applicazione dell’imposta riducendo artificialmente il loro fatturato per il secondo anno di applicazione dell’imposta”.

Quanto all’aumento della sanzione automobilistica, il relatore, che difende una fibra ecologica, non è tornato sull’argomento in commissione. Ma non possiamo escludere che ciò possa evolversi nel corso della seduta. Altre proposte devono ancora arrivare, comprese forse quelle transpartitiche. Il relatore spera di costruire “ponti insoliti”, in particolare “magari nell’edilizia abitativa, trovando punti di approdo dove tutti ci incontriamo”.

Comunità: eliminazione di 800 milioni di euro di risparmio sulla FCTVA

L’ultimo “tema strutturante”, agli occhi dei senatori, non sarà una sorpresa: riguarda lo sforzo richiesto agli enti locali. Il governo chiede loro 5 miliardi di euro di risparmio. Se ritiene “necessario che le comunità partecipino alla ripresa”, Jean-François Husson intende adeguare questo sforzo.

Mentre il governo punta a un risparmio di 800 milioni di euro sul fondo di compensazione IVA (FCTVA), il relatore intende eliminare questa misura, che presenta “grandi svantaggi, che la rendono inaccettabile: è retroattiva per gli investimenti degli anni 2023 e 2024 ; ciò ridurrà le entrate degli investimenti delle comunità mentre mi sembra che gli investimenti locali debbano essere preservati”, ha sottolineato il senatore LR durante la commissione.

Al contrario, “mi sembra difendibile la stabilizzazione delle frazioni dell’Iva destinate ai comuni”, sostiene il relatore. “Non è certamente una misura favorevole alle comunità ma si accontenta di creare un anno bianco di crescita in queste frazioni”, sottolinea l’eletto. Quanto al fondo di riserva per le comunità, che rappresenta “3 dei 5 miliardi di sforzi”, sarà esaminato in una seconda fase, misura che figura nella parte di spesa del PLF. Ma “esprime l’auspicio che il Senato sappia proporre un sistema accettabile, ragionevole, che non penalizzi le comunità fragili e che possa addirittura avvantaggiarle”. In definitiva, non sorprenderebbe se le comunità, rappresentate dal Senato secondo la Costituzione, beneficiassero in generale di una riduzione dello sforzo loro richiesto.

“Ci sarà un bilancio votato al Senato”, dice Claude Raynal, che evoca un CMP “che potrebbe essere conclusivo”.

“Contribuiremo qui al Senato a questo bilancio 2025, che è un bilancio della ragione. Si traccia un percorso che deve porre fine alla deriva di spesa degli ultimi anni, senza cadere in un’irresponsabile frenesia fiscale”, conclude Jean-François Husson, che spera “di trovare la via d’uscita, di trovare la linea di cresta. Lo farà.

“Il Senato farà il suo ruolo. E la maggioranza senatoriale avrà la vocazione di collaborare con il governo per produrre una copia che convenga sia alla maggioranza senatoriale che al governo», aggiunge da parte sua il presidente della commissione finanze del PS, Claude Raynal. “Non rischio troppo dicendo che ci sarà un voto di bilancio al Senato”, aggiunge il socialista, che si fa avanti, citando addirittura “un CMP che potrebbe essere conclusivo”. Se questo “richiederà molto lavoro”, “non può immaginare” che deputati e senatori non si trovino d’accordo su un testo comune. Prima di questo passaggio, i senatori dovranno dedicare alcuni giorni e notti al bilancio 2025.

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