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“L'edificio è crollato all'interno, dietro la facciata”, gli esperti al timone

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Mentre questa seconda settimana di udienza per il processo sui crolli di rue d'Aubagne a Marsiglia è dedicata all'aspetto tecnico del caso, intervengono esperti, in particolare architetti. Le loro osservazioni erano attese con impazienza questo giovedì.

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Il processo sui crolli di rue d'Aubagne si è aperto il 7 novembre e si chiuderà a metà dicembre. Questa settimana la parola verrà data agli esperti. In particolare dovranno illuminare i giudici su una questione fondamentale: quale edificio è caduto per primo, tra i numeri 63 e 65? Questi crolli del 5 novembre 2018 hanno causato la morte di otto persone. Si individuano le condizioni antigeniche e gli alloggi indegni a Marsiglia; resta da stabilire le responsabilità di ciascuna parte;

Tutte le luci erano rosse, quindi nulla poteva fermarsi“il crollo su se stesso del 65 di rue d'Aubagne, che ha portato al 63, hanno detto mercoledì esperti architetti, al processo sui crolli mortali di questi due edifici il 5 novembre 2018 a Marsiglia.
Nell'aula straordinaria del tribunale di Marsiglia, in questa quarta giornata di procedimento, la madre di Simona Carpignano, una delle otto vittime di questa tragedia, si è avvicinata agli schermi dove venivano proiettati gli sketch degli esperti, prendendo appunti con applicazione .
Questo momento era previsto, perché sarà cruciale per accertare eventuali violazioni da parte dei 16 imputati, dai comproprietari al curatore, tra cui un ex vicesindaco, Julien Ruas, ancora una volta assente, per il secondo giorno in un riga .
Una certezza per Fabrice Mazaud e Henri de Lepinay, i due esperti architetti nominati dai gip nel corso delle indagini, il crollo del 65 di rue d'Aubagne era inevitabile.

Ciò che spiega questo crollo improvviso è che tutte le luci erano rosse e quindi niente poteva fermarlo.

Fabrice Mazaud e Henri de Lepinay, i due esperti architetti

I due specialisti insistono su un”accelerazione esponenziale dei segnali di pericolo” nei giorni precedenti. Lo testimoniano le molteplici segnalazioni di disagio da parte degli inquilini, che non hanno più potuto aprire le porte e hanno visto le crepe allargarsi.

Tre punti cristallizzano le difficoltà: il muro comune tra i numeri 63 e 65, gonfio e pronto ad esplodere; un posto in stato di disgregazione nella cantina di 65, che il perito incaricato il 18 ottobre 2018 non si era preso la briga di visitare; e anche in questo caso fu giudicata la partizione dell'ingresso, che era stata appena ricostruita per ordine dello stesso esperto, Richard Carta.
Il 5 novembre 2018, alle 9:07, l'edificio è crollato”all'interno, dietro la sua facciata“, hanno descritto gli esperti. “Senza alcun rumore“, hanno aggiunto citando testimoni dei fatti.
Per loro”a causare il crollo è stata la rottura del palo della cantina del 65 e/o il trasferimento improvviso dei carichi sul muro divisorio, esso stesso molto indebolito e sul punto di cedere“.
Crolla e tutto le crolla addosso (…). Questo è ciò che causerà il crollo del 65 e del 63 che ne conseguirà“, aggiungono. A riprova: nelle foto scattate quel giorno, per strada, si vedono poche macerie, la maggior parte delle quali si trovano all'interno del cantiere.
Il tribunale penale di Marsiglia continuerà a studiare le cause meccaniche di questi crolli, rinviando l'inizio dell'esame dei possibili reati penali degli imputati al 25 novembre, dopo una settimana dedicata alle storie di vita delle otto vittime.

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