Uè « crisi di fiducia ». È in questi termini che Benjamin Netanyahu ha giustificato il licenziamento del suo ministro della Difesa Yoav Galant, la sera del 5 novembre 2024, mentre il pianeta tratteneva il fiato in attesa dei risultati delle elezioni presidenziali americane. I dissensi tra questi due membri del Likud erano noti da molto tempo, fino a quando l’attacco del 7 ottobre 2023 li ha attenuati.
Ma negli ultimi mesi i punti di disaccordo si sono moltiplicati. Non che Yoav Galant si distingua dal desiderio israeliano di infliggere spietate rappresaglie agli abitanti di Gaza. « Combattiamo gli animali umani e agiamo di conseguenza », ha insistito dopo l’assalto di Hamas. Lo scorso maggio, Karim Khan, procuratore della Corte penale internazionale (CPI), ha ritenuto che la sua responsabilità fosse, come quella di Netanyahu, « commessi per crimini di guerra e crimini contro l’umanità » commesso contro i palestinesi.
Yoav Galant ha tuttavia fatto sentire una voce dissonante all’interno di un gabinetto israeliano dominato da ministri ultranazionalisti, pronti a ricattare il ritiro dalla coalizione di governo e ardenti sostenitori di un « vittoria totale » a Gaza. Di « senza senso », Il signor Galant ha parlato lo scorso agosto di questa espressione priva di obiettivi espliciti. L’ex ministro della Difesa, interlocutore privilegiato dell’amministrazione di Joseph Biden in Israele, ha deplorato il fatto che il team di Netanyahu non avesse preparato alcun piano per “ giorno dopo »nell’enclave. Era favorevole a un accordo che avrebbe consentito il ritorno degli israeliani rapiti quasi quindici mesi fa, in cambio di una tregua alla quale si oppone l’estrema destra israeliana. « Come formazione militare, Hamas non esiste più », ha stimato a settembre. Galant si è anche battuto per la creazione di una commissione d’inchiesta per far luce sull’incapacità di Israele di anticipare i massacri del 7 ottobre. Infine, ritenendo, contrariamente all’estrema destra, che tutte le comunità debbano partecipare allo sforzo bellico, aveva appena approvato la coscrizione di 7.000 ebrei ultraortodossi il giorno prima del suo licenziamento.
Mentre Israele continua a bombardare Gaza senza tregua e l’offensiva in Libano non si indebolisce dal 23 settembre, è Israel Katz, un apparatchik del Likud senza esperienza militare, a prendere in mano il portafoglio della difesa dopo essersi occupato degli affari esteri. A metà ottobre, la morte del leader di Hamas Yahya Sinouar sembrava rimuovere un ostacolo a una possibile svolta nei negoziati con il movimento palestinese. Con grande sgomento delle famiglie degli ostaggi, la cacciata di Galant ora mette a repentaglio questa speranza, così come la rinuncia, almeno temporanea, da parte del Qatar ai suoi sforzi di mediazione. Secondo le autorità israeliane, 97 persone portate a Gaza non sono ricomparse dal 7 ottobre 2023. Due terzi di loro sono ancora vive.
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