Auto Cuoreoltre ad essere un libro epico e vero, è anche una storia di filiazione. Tutto inizia quando Emmanuel, il padre dell’autore, un ex-flambe, ex donnaiolo ora cieco e gravemente compromesso, chiede a Thibault di raccontare la gloriosa storia di uno dei loro antenati. In questo caso Louis, bisnonno dello scrittore che, il 30 agosto 1914, alla testa degli ussari del 7° reggimento, lanciò una carica disperata contro i cannoni e le mitragliatrici tedesche. Sciabola sguainata, in piedi sulle staffe, Louis si sarebbe lanciato “Avanti, coraggioso! i miei figli. Per Dio e per la Francia! Lassù, nel grande cielo azzurro, c’è spazio per gli eroi.”
“Abbiamo sempre rapporti complicati con i nostri genitori”
Solo che Thibault de Montaigu non aveva quasi mai sentito parlare di Louis e le informazioni che gli erano arrivate non costituivano un libro. Tuttavia, poco a poco, si lascia convincere. Innanzitutto perché l’argomento lo sorprende giorno dopo giorno sempre di più. Poi perché, contemporaneamente, suo padre sta lentamente venendo a mancare. E anche se Emmanuel non è sempre stato il papà perfetto, le parole scelte dal figlio per evocare il loro legame sono commoventi. “Abbiamo sempre rapporti complicati con i nostri genitori e, soprattutto, mi dava fastidio dovermi occupare di lui quando era in declino, ammette Thibault. Scrivere questo libro ha significato anche intervistarlo, fargli domande. È fantastico parlare con i tuoi genitori o nonni, prima che sia troppo tardi. Spesso, se le storie non sono state raccontate, è semplicemente perché non sono state chieste. Vivere tutto questo con lui è stato un momento forte che ci ha avvicinato”.
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Inizialmente, l’autore (ed ex giornalista presso Liberazione) brancola. Non trova molto, gli dà fastidio. Quando si reca sul luogo della battaglia, ad Attigny, nelle Ardenne, vede solo auto e camion che sfrecciano sulla A34, un lungo nastro di bitume che taglia ora la campagna. “Difficile immaginare duecento cavalieri con i carri armati tedeschi di fronte“, sorride lo scrittore.
Ciò che Thibault sapeva di Louis era che era morto da eroe nel 1914.”Suo figlio Hubert, mio nonno, non parlava mai di lui. Aveva sofferto molto per la sua morte. Aveva solo dieci anni e doveva vivere questa cerimonia di assegnazione postuma della Croix de Guerre…” Una scena raccontata in un libro di testo francese, pubblicato nel 1921 e destinato ai giovani americani di Harvard. Questa incredibile scoperta convincerà definitivamente Thibault che deve scavare per comprendere meglio le radici della famiglia.
Ciò che diciamo, ciò che taciamo, ciò che lasciamo ai nostri figli o, al contrario, ciò che risparmiamo loro: è qui che troviamo la filiazione che irriga questo Cuoreun libro affrontato all’indietro e con i piedi di piombo e di cui, oggi, Thibault de Montaigu parla così bene.
⇒ Cuore | Romanzo | Thibault de Montaigu | Albin Michel, 336 pp., € 21,90, digitale € 16
ESTRARRE
“Allora prendo la sua mano dalle nocche bluastre e deformi e, con le dita intrecciate, comincio a pregare. Prego che Dio ci dia ancora un po’ di tempo e ci riporti un’ultima volta tra le onde soleggiate, nella mormorio d’estate, mentre abbracciava il ragazzino che ero, sussurrando “il mio piccoletto, il mio piccoletto” quelle braccia così grandi, così potenti che mi davano l’impressione; che nulla avrebbe mai potuto raggiungermi […] E anche oggi, accanto a questo letto d’ospedale, con le nostre due mani unite nella stessa preghiera, è lui che cerco di resuscitare. È lui che vorrei incontrare un’ultima volta…”
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