Un abbonamento senza pubblicità a una tariffa ridotta
Meta ha quindi annunciato un notevole calo dei prezzi per il suo abbonamento senza pubblicità. Da oggi l’abbonamento va da 9,99 € a 5,99 € al mese se ti abboni via web da computer, e da 12,99 € a 7,99 € se ti abboni da smartphone su iOS e Android. Se vuoi che funzioni su tutti i tuoi conti, anche i conti aggiuntivi beneficiano di tariffe ridotte: 4€ al mese sul web e 5€ su mobile. Questi adeguamenti dei prezzi dovrebbero rendere l’abbonamento senza pubblicità più accessibile e offrire un’alternativa competitiva alle opzioni a pagamento di altre piattaforme. Gli attuali abbonati vedranno automaticamente le loro fatture adeguate in base a queste nuove tariffe.
Opzione gratuita e pubblicità meno personalizzata
Per gli utenti che preferiscono l’opzione gratuita, Meta offrirà anche un nuovo modello pubblicitario meno personalizzato. Questi annunci, meno mirati, si basano solo su informazioni di base come età, sesso, posizione e attività durante la sessione (non è comunque male…). Questo formato è conforme, secondo Meta, ai requisiti del DMA in materia di protezione dei dati personalisebbene riduca l’efficacia degli annunci in termini di pertinenza dell’utente, e sia quindi meno redditizio per Meta.
Reazioni delle associazioni e dubbi sul rispetto
Nonostante questi aggiustamenti, le associazioni per i diritti digitali e la Commissione europea rimangono scettiche. Il modello Meta, considerato restrittivo, offre secondo loro solo una scelta limitata: accettare annunci pubblicitari mirati o pagare per rimuoverli. L’organizzazione NOYB ritiene, ad esempio, che questo sistema non garantisca un consenso veramente libero e critica la persistenza di un modello pagare o acconsentire
. Già nel luglio 2024 la Commissione Europea aveva messo in dubbio la conformità di tale offerta alla DMA, aprendo un’indagine che potrebbe portare a sanzioni fino al 20% del fatturato globale di Meta in caso di recidiva.
Un impatto sugli introiti pubblicitari di Meta
L’introduzione di una pubblicità meno mirata potrebbe incidere sulle entrate di Meta, con l’Europa che rappresenta il 23% delle sue entrate pubblicitarie. Meta lo spiega questa riduzione della precisione pubblicitaria potrebbe penalizzare le piccole imprese europeeper il quale la pubblicità mirata rappresenta un’importante leva di crescita. Il gruppo sta quindi brancolando e cercando di soddisfare i requisiti dei regolatori preservando al tempo stesso un modello economico praticabile. La Commissione Europea non ha ancora convalidato questo approccio e sta continuando la sua indagine fino alla fine di marzo 2025, lasciando qualche incertezza sul futuro del modello pubblicitario di Meta nell’Unione Europea. Continua.
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