I flussi di gas russo in transito attraverso l’Ucraina verso l’Europa continuano a procedere normalmente nonostante le incertezze legate al conflitto armato nella regione di Kursk, vicino al confine ucraino. Secondo gli ultimi dati dell'operatore ucraino GTSOU, i volumi previsti per l'11 novembre nel punto di connessione di Sudzha sono stimati in 42,2 milioni di metri cubi.
Le esportazioni di gas russo attraverso questa rotta hanno mantenuto una media di circa 42 milioni di metri cubi al giorno nel 2024, sebbene il conflitto tra Russia e Ucraina persista. Questa fornitura regolare continua nonostante l'incursione militare dell'Ucraina lo scorso agosto nella regione di Kursk, zona strategica per il transito del gas.
Preparativi per una controffensiva russa
Informazioni recenti, citate dal New York Times e confermate da fonti americane e ucraine, indicano che la Russia e la Corea del Nord mobiliterebbero circa 50.000 soldati per una potenziale controffensiva nella stessa regione di Kursk. Questa mobilitazione potrebbe mettere a repentaglio il flusso di gas in transito verso l’Europa, aumentando così il nervosismo dei mercati europei.
Questa paura si riflette nei prezzi del gas in Europa, che ancora una volta sfiorano i livelli più alti per il 2024. Il prezzo del contratto TTF di un mese, valutato da Platts, ha raggiunto l'8 novembre 42,06 euro per megawattora, contro un prezzo annuale. picco di 43,47 euro raggiunto il 25 ottobre.
Scadenza del contratto di transito russo-ucraino
Le preoccupazioni per le tensioni nella regione di Kursk si aggiungono alle incertezze legate all’imminente scadenza del contratto di transito quinquennale tra Mosca e Kiev, prevista per la fine del 2024. Questo contratto, essenziale per il transito del gas russo verso l’Europa, potrebbe non essere rinnovato, secondo ripetute dichiarazioni di funzionari ucraini. Secondo quanto riferito, l'Ucraina, rappresentata da Naftogaz, non ha intenzione di estendere l'attuale accordo.
Allo stesso tempo, l’Azerbaigian potrebbe svolgere un ruolo nel mantenimento del flusso di gas attraverso l’Ucraina, con colloqui in corso per facilitare questo transito oltre il 2024. Tuttavia, queste discussioni rimangono incerte, lasciando dubbi sul futuro delle esportazioni di gas russo attraverso questa rotta. .
Riduzione dei volumi di transito
Il volume del gas russo che passa attraverso l’Ucraina ha registrato una diminuzione significativa negli ultimi anni. Mentre nel 2008 si raggiungevano ancora i 117 miliardi di metri cubi, nel 2023 questa cifra è scesa a soli 14,65 miliardi. Gazprom, il colosso russo del gas, si è impegnata contrattualmente a inviare fino a 110 milioni di metri cubi al giorno nel 2024, per un totale di 40 miliardi di metri cubi. per l'anno.
Tuttavia, da maggio 2022, i flussi effettivi di Gazprom verso l’Ucraina sono stati inferiori ai volumi contrattuali, a causa di controversie finanziarie e logistiche. In quel momento, l'Ucraina ha invocato la forza maggiore per giustificare l'interruzione parziale dei flussi di gas all'ingresso di Sokhranivka, sostenendo di aver perso il controllo operativo di questa infrastruttura in una zona di conflitto. In risposta, Gazprom ha limitato i suoi pagamenti, pagando solo i servizi effettivamente resi nonostante le disposizioni del contratto “ship-or-pay”.
Opzioni alternative e conseguenze per il mercato europeo
In un contesto di persistenti tensioni e limitazioni dei flussi, Naftogaz ha proposto a Gazprom di trasferire i volumi in transito via Sokhranivka a Sudzha, soluzione che Gazprom finora si è rifiutata di sfruttare. Prima che si verificassero cause di forza maggiore, Sokhranivka ha consentito la consegna di 33 milioni di metri cubi di gas russo al giorno in Ucraina.
Per l’Europa, queste incertezze si aggiungono alle sfide energetiche dell’inverno. Il mantenimento dei flussi di gas via Sudzha resta quindi un punto strategico, mentre i prezzi europei restano elevati e la domanda di energia aumenta con l’avvicinarsi dei mesi più freddi.
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