A Château Gléon, il problema delle inondazioni è onnipresente. Philippe Montanié è stato colpito sia nella sua casa, nella sua cantina che nel suo vigneto.
Il castello Gléon, situato a Portel lungo la Berre, non ha resistito alla furia del fiume. Philippe Montanié ha immagini incise nella sua memoria: “Verso le 3 del mattino, l’acqua salì per 10 metri di altezza fino al secondo piano, spinta dal soffio attraverso tutte le tubature, passò attraverso i lavandini, i lavandini, le vasche da bagno…”
I cancelli del seminterrato sono stati fatti saltare. “All’interno tutto ristagnava. Nella cantina sono andate perdute 200 botti, portate via dalle onde, abbiamo perso attrezzature, materiali secchi, macchinari, un cavalletto, una cella di lavorazione… Tutto il laboratorio è stato saccheggiato. Anche oggi, troviamo del limo in cantina.
La valle si trasformò in un torrente
Il ponte fu distrutto: “Rimanevano solo le chiavi di volta… Per partire dovevamo prendere la vecchia strada reale per la Spagna e passare per Sigean. Abbiamo utilizzato una vecchia cava per poter consolidare temporaneamente il ponte prima della ricostruzione definitiva, avvenuta molto tempo dopo” .
Tutta la valle fu trasformata in un torrente. “Io, che non ho mai vissuto la guerra, immaginavo un paesaggio del genere: tutto era grigio, rovine a perdita d’occhio. C’era di tutto nei vigneti, veicoli, lattine di prodotti fitosanitari, abbiamo trovato anche un barile di moscato di Cascastel !“
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Nella vigna, gli appezzamenti lungo il fiume furono saccheggiati. “Abbiamo pulito, portato terra e ripiantato, abbiamo abbandonato il vecchio aramon per sostituirlo con cot e il cinsault con syrah… La SMMAR ha recentemente pulito il fiume e abbiamo trovato anche cavi elettrici interrati!
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Oggi, 25 anni dopo, saluta tutti coloro che sono venuti a dare loro una mano, tra cui i viticoltori di Vaison-la-Romaine, i pastori dell’Aveyron e gli Champenois arrivati in autobus, fornendo un aiuto prezioso sia fisicamente che moralmente. “I pastori hanno detto che nel 1976 c’era stata un’ondata di caldo tale che gli animali erano minacciati. Si sono salvati grazie ai camion di foraggio che arrivavano dal Sud. Mi hanno detto: ha salvato le nostre mandrie, quindi ora aiutiamo noi!”
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Allo Château Gléon, una targa sul ponte, in ringraziamento a tutti questi magnifici volontari. “Nel mondo contadino la solidarietà tocca tutte le generazioni!”
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