Il pubblico ministero di Marsiglia, Nicolas Bessone, ha tenuto martedì una conferenza stampa in cui ha discusso delle circostanze della morte di Nicolas Dumas, la sera di Halloween
Nella notte tra giovedì e venerdì 1° novembre, Nicolas Dumas, 22 anni, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco durante una sparatoria davanti alla discoteca Saint-Péray, in Ardèche. Giocatore di rugby amato da tutti, lascia i suoi genitori Glawdys ed Eric con sgomento e rabbia. È la seconda volta che la morte colpisce all’interno del club Romans-Péage, dopo la morte di Thomas, a Crépol, durante una festa di paese. Il presunto assassino, 19 anni, è stato arrestato lunedì 4 novembre a Marsiglia per un affare legato alla mafia DZ. Nel corso di una conferenza stampa, il pubblico ministero di Marsiglia, Nicolas Bessone, è tornato sulle circostanze della tragedia.
Il presunto assassino, un italiano di 19 anni, e l’autista, un uomo di 23 anni che lo hanno portato davanti al Seven, la discoteca dove è avvenuta la tragedia lo scorso 1 novembre a Saint-Péray (Ardèche), entrambi sono stati incriminati per omicidio e tentato omicidio da parte di una banda organizzata e posti in custodia cautelare. Entrambi hanno ammesso i fatti di cui sono accusati. L’assassino ha però chiarito di “non voler togliere la vita a nessuno” e di essere stato reclutato, sui social, solo per “un atto intimidatorio”.
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Prima di ferire mortalmente Nicolas Dumas con un proiettile alla testa, l’assassino aveva colpito altre due persone, uno dei buttafuori della discoteca e un cliente che aspettava anche lui di entrare nel locale che stava organizzando una serata speciale in occasione di Halloween. L’arma potrebbe essere un revolver Magnum 357, secondo Bessone.
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I due uomini hanno detto agli investigatori che non si conoscevano e non si erano mai visti prima di incontrarsi per questa operazione.
L’estorsione resta l’ipotesi preferita
«Il movente potrebbe essere, anche se oggi non posso dirtelo con certezza, la volontà di estorcere denaro a questo locale notturno […] è un’ipotesi privilegiata in questa fase», ha precisato il pubblico ministero.
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“Se non ci sono prove in questa fase che suggeriscano che si tratti di una questione legata al traffico di droga, resta la questione del perché e dell’intenzione di queste manovre intimidatorie davanti a questa discoteca”, ha aggiunto.
E precisare che per il momento “nessun elemento permette di collegare (questo dramma) alla mafia DZ”, il clan che oggi domina il traffico di droga nella seconda città francese.
D’altro canto, il magistrato ha ricordato che “le modalità dell’operazione, gli elementi dell’autoveicolo, il fatto che abbiamo trovato e interrogato l’assassino in un punto vendita Bricarde ci riportano naturalmente a Marsiglia”.
Anche il conducente del veicolo, una Renault Scénic rubata a fine ottobre a Marsiglia e poi ritrovata carbonizzata, è stato arrestato il 4 novembre, due ore dopo, nella sua casa di Cavaillon (Vaucluse). Era noto per violazioni di droga e violenza domestica.
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