La squadra di calcio israeliana, che giovedì affronterà la Francia allo Stade de France nella Nations League, si sente “piuttosto sicura” nel luogo di allenamento nella regione parigina, secondo il suo allenatore Ran Ben Shimon, che si esprime in un video diffuso martedì dalla sua federazione.
4000 agenti di polizia e gendarmi, 1600 agenti di sicurezza
Dopo le violenze verificatesi la settimana scorsa ad Amsterdam, dove sono stati aggrediti i tifosi del club israeliano Maccabi Tel Aviv, e mentre nella capitale dei Paesi Bassi sono scoppiati nuovi scontri, la partita di giovedì in Francia è considerata dalle autorità “ad alto rischio”. Per questo verranno stanziate risorse importanti per far fronte a possibili scontri, come ha ricordato il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, nel telegiornale delle 20:00 su TF1.
Se “non esiste una minaccia particolare”, “il rischio 0 non esiste”. E per questo «abbiamo adottato misure eccezionali prima, durante e dopo la partita Francia-Israele», insiste. Saranno mobilitati 4000 agenti di polizia e gendarmi nonché 1600 agenti di sicurezza affinché l’evento si svolga senza intoppi. Viene chiamata anche l’unità Raid speciale. “Il Raid, da quando la squadra israeliana ha messo piede sul suolo francese, è attivo. E il Raid sarà allo stadio”.ha precisato Bruno Retailleau.
“La polizia sta facendo il suo lavoro”
“Ci sentiamo abbastanza sicuri qui, ci sono molte forze di sicurezza intorno a noi”, ha detto Ran Ben Shimon, l’allenatore della squadra israeliana. “Stanno facendo la cosa giusta e io mi concentro sulla partita”, ha concluso. Il luogo di allenamento e di residenza degli israeliani è tenuto segreto, e il contesto ha dissuaso i tifosi dall’affluire in gran numero allo stadio. Giovedì sera sono attese appena 20.000 persone.
Domenica le autorità israeliane hanno invitato i propri sostenitori a evitare di recarsi a Saint-Denis, una settimana dopo le violenze di Amsterdam, legate al contesto della guerra a Gaza. Nello stesso video, il centrocampista della squadra israeliana Ethane Azoulay conferma che i giocatori si sentono sicuri: “La polizia sta facendo il suo lavoro e la nostra mente è completamente concentrata sul calcio”, dice, rammaricandosi però dell’assenza dei tifosi: “È un po’ una peccato che gli ebrei non possano venire alla partita, ma per ora è così e noi puntiamo sul calcio”.
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