Questo martedì 12 novembre, 25 anni dopo le drammatiche inondazioni del novembre 1999 nell'Aude, il prefetto Christian Pouget, la presidente del dipartimento Hélène Sandragné e il presidente dell'unione congiunta degli ambienti acquatici e dei fiumi (Smmar) Eric Menassi hanno commemorato gli eventi , invitando a mantenere la “cultura del rischio”.
Nelle mani del prefetto, del presidente del Dipartimento, del presidente dello Smmar e del Servizio dipartimentale dei vigili del fuoco e di soccorso (Sdis), un segnale di alluvione con timbro 1999: simbolo delle alluvioni del 12 e 13 novembre 1999, di 26 morti e più di 2 miliardi di franchi di danni. Questo martedì 12 novembre 2024, 25 anni esatti dopo la tragedia, Eric Menassi, presidente di Smmar, ha esordito ricordando «una delle peggiori tragedie vissute da Aude». Un dramma di cui sono lo Smmar e le unioni fluviali “gli eredi”con la scelta fatta di “non sopporto più le cose”per andare oltre la semplice ricostruzione. Dal 1999 e dal 2022, con la creazione di Smmar, Aude ha cercato di rendere “il territorio più resiliente”ha “organizzarlo”ha “proteggere le popolazioni”a loro “accoltore”. Per affrontare l'ovvio: “Il cambiamento climatico e le precipitazioni estreme non sono una questione sì o no: quando e dove si verificheranno?”
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Stessi sentimenti mostrati da Hélène Sandragné: “stupore e dolore” in cui era stato immerso “un intero territorio. Ricordo l'orrore del giorno dopo”. L'idea di “mai più” portata avanti dagli attori dell’epoca rimane attuale: “Naturalmente non controlliamo gli elementi, ma possiamo ridurre i rischi ed è quello che facciamo da 25 anni.” Un filo conduttore su cui poggiare “cultura del rischio”versare “prevedere meglio, proteggerci meglio”. Così lo ha salutato il prefetto Christian Pouget “cerimonia necessaria e di benvenuto. Per ricordare questi eventi e trasmettere un messaggio con l'esempio di ciò che potrà accadere domani, di ciò che è accaduto ieri a Valencia”.
Persone che ancora te lo dicono ma no, non accadrà
L'opportunità di puntare “qua e là, gente che ti dice ma no, non succederà”. Commento illustrato da Aude news: “Ci troviamo proprio al campeggio Pavillon, a Sigean.” Laddove lo Stato si batte per far abbandonare i locali ai residenti che vivono in zone a rischio, “anche se il Fondo Barnier è lì per consentire il riacquisto degli immobili, senza sconti”.
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Quindi, anche se “progressi sugli strumenti di prevenzione e compensazione” sono stati effettuati, il prefetto invita ad andare ancora oltre, evocando questi kit di sopravvivenza, pronti da portare con sé quando si rende necessaria l'uscita d'emergenza da casa, in particolare per portare via preziosi documenti amministrativi. Ancora un piccolo gesto, ricordato nel corso di una commemorazione completata da “un pensiero alle vittime e alle loro famiglie”.
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