Le minacce di sciopero si accumulano in tutte le direzioni: gli agricoltori, i trasporti e perfino il settore privato hanno già annunciato giorni di mobilitazione. La rabbia sociale potrebbe ravvivare l’inverno e paralizzare parte del Paese.
Le prossime settimane saranno probabilmente turbolente a livello sociale. Cresce la rabbia tra i sindacati e numerosi movimenti sociali potrebbero scandire la fine dell'anno.
Va detto che il programma è fitto. Innanzitutto con gli scioperi nel settore dei trasporti. Il potentissimo sindacato nazionale dei piloti di linea ha invitato tutti i dipendenti del settore aereo a smettere di lavorare 14 novembreper opporsi all'aumento della tassa sui biglietti aerei.
Stessa mobilitazione alla SNCF da dove tutti i sindacati hanno presentato un avviso di sciopero Da mercoledì 20 a venerdì 22 novembree un altro per il movimento illimitato e rinnovabile dal 11 dicembre10 giorni prima delle vacanze di Natale. Chiedono una moratoria sull'annunciato smantellamento di Fret SNCF.
Anche il settore privato si è mobilitato
Anche gli agricoltori vogliono far emergere i trattori. Qualcuno lo ha già fatto a livello locale ma i principali sindacati agricoli – la FNSEA e i Giovani Agricoltori – promettono una nuova mobilitazione nazionale probabilmente a partire Lunedì 18 novembre. Si oppongono alla proposta di accordo di libero scambio tra l'Unione Europea e il Mercosur che riunisce la maggior parte dei paesi del Sud America.
Teme un aumento della rabbia sociale in Francia? – 12/11
“Tutti gli agricoltori si trovano in situazioni complicate con leggi incoerenti e stupide”, si lamenta martedì l’agricoltore Jérôme Bayle su RMC e RMC Story, sollevando timori di una mobilitazione su larga scala.
Tutto questo senza contare gli scioperi che cominciano a colpire il settore privato di fronte alla moltiplicazione dei piani sociali come alla Michelin o all'Auchan. La segretaria generale della CGT Sophie Binet parla di “inizio di un bagno di sangue industriale”.
“Non esiste un ingrediente principale”
Jean-François Amézieu, sociologo specializzato in relazioni sociali, è più ottimista: “Sono solo giorni e colpi di avvertimento con annunci che durano pochi giorni. Non c'è nessun ingrediente principale: un tema unificante”, assicura sul setEstelle Midi.
“Il lavoro e la preoccupazione sono sempre temi di mobilitazione, ma perché ci siano molti scioperi è necessario qualcosa di unificante”, insiste.
Perché la rabbia sociale si unisca, occorrerebbe “una goffaggine da parte del governo”, ritiene Jean-François Amézieu, che spiega anche che la mobilitazione “dalla base” potrebbe anche agglomerare la rabbia sociale come quella dei “gilet gialli” “. “Ma iniziative sindacali francamente no”, anticipa il sociologo.
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