L’associazione che lotta contro questo traffico di memoria conta diverse centinaia di volontari che osservano sul posto i furti di oggetti e allertano le autorità. Le azioni si svolgono anche online, dove aumentano gli annunci di rivendita di queste targhe.
“Nessuna stele di combattimento dovrebbe essere abbandonata.” Sul suo sito, assicura l’associazione francese Souvenir, la sua battaglia principale è che le tombe recanti la scritta “Morte per la Francia”, in particolare quelle dei soldati scomparsi durante la prima guerra mondiale, non scompaiano dai cimiteri comunali.
Diverse centinaia di euro
La battaglia contro questa scomparsa di una parte della storia francese passa attraverso la lotta al furto e alla rivendita delle placche smaltate che adornano le tombe dei poilus. Rubati dai cimiteri e talvolta venduti per centinaia di euro a seconda del grado e delle condizioni dell’oggetto, vengono spesso svitati dalle tombe dei soldati.
Ogni giorno, l’associazione francese dei souvenir controlla i siti specializzati nella rivendita di oggetti di guerra e scova annunci sospetti. È questa la missione principale di Jean-Pierre Mennessier, responsabile del monitoraggio online dei memoriali di Souvenir français, che illustra dettagliatamente il suo modo di agire.
“L’unica arma che ho è infastidire il venditore, è pubblicizzare, per impedire la giustizia. Contattiamo anche i siti”, dice.
L’associazione può vantare anche diverse centinaia di volontari sul posto, “osservatori” appassionati di genealogia, ex agenti di polizia o soldati che attraversano la Francia per combattere questo traffico. La loro missione è constatare i furti nei cimiteri e avere anche la possibilità di allertare la polizia.
“Aggiungi emozione alla Storia”
Nella maggior parte dei casi la questione si risolve amichevolmente tra il ladro e l’associazione che, dopo le indagini e dopo aver recuperato la targa, la consegna ai comuni o alle famiglie interessate.
Serge Barcellini, presidente di Souvenir français, racconta a BFMTV l’ultima vittoria della sua associazione. “Si trattava di un soldato ferito e morto per le ferite il 3 febbraio 1916”, spiega, mostrando una targa con il nome di Jean Lougratte, messa in vendita per più di 700 euro su un’asta.
Per lui recuperare queste targhe, oltre ad essere un atto militante, è anche il modo per trasmettere la memoria di quest’epoca alle nuove generazioni mentre l’ultimo peloso ancora in vita, Lazare Ponticelli, è morto nel 2008 all’età di 110 anni.
“Restituire una targa significa aggiungere emozione alla Storia. Le targhe portano un’emozione che il libro di storia non fornisce. Crediamo che dobbiamo ripristinare questa emozione, preservare questa emozione, per condividere la conoscenza dei 14-18”, insiste.
Come sottolinea TF1, l’occultamento di targhe funerarie è punibile con cinque anni di carcere e una multa di 375.000 euro.
Camila Giudice, Vincent Serron avec Hugo Septier
Related News :