Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha anche convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha anche convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Anche se al momento non sono state segnalate vittime, questo incidente riaccende le tensioni in una regione già al limite. Le autorità israeliane puntano il dito contro la responsabilità dei ribelli Houthi, che controllano ampie porzioni dello Yemen. Questo gruppo armato sciita, sostenuto dall’Iran, ha effettuato diversi attacchi contro Israele e navi al largo delle coste dello Yemen dall’inizio del conflitto lo scorso ottobre.
Da parte sua, la “Resistenza islamica in Iraq”, una coalizione di milizie filo-iraniane, ha rivendicato almeno quattro attacchi di droni contro obiettivi strategici israeliani nella notte tra domenica e lunedì. L’esercito afferma di aver intercettato questi aerei, ma due di loro sono riusciti a entrare in territorio israeliano prima di essere abbattuti.
Israele in allerta
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha anche convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha inoltre convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Anche se al momento non sono state segnalate vittime, questo incidente riaccende le tensioni in una regione già al limite. Le autorità israeliane puntano il dito contro la responsabilità dei ribelli Houthi, che controllano ampie porzioni dello Yemen. Questo gruppo armato sciita, sostenuto dall’Iran, ha effettuato diversi attacchi contro Israele e navi al largo delle coste dello Yemen dall’inizio del conflitto lo scorso ottobre.
Da parte sua, la “Resistenza islamica in Iraq”, una coalizione di milizie filo-iraniane, ha rivendicato almeno quattro attacchi di droni contro obiettivi strategici israeliani nella notte tra domenica e lunedì. L’esercito afferma di aver intercettato questi aerei, ma due di loro sono riusciti a entrare in territorio israeliano prima di essere abbattuti.
Israele in allerta
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha anche convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Canada
Anche se al momento non sono state segnalate vittime, questo incidente riaccende le tensioni in una regione già al limite. Le autorità israeliane puntano il dito contro la responsabilità dei ribelli Houthi, che controllano ampie porzioni dello Yemen. Questo gruppo armato sciita, sostenuto dall’Iran, ha effettuato diversi attacchi contro Israele e navi al largo delle coste dello Yemen dall’inizio del conflitto lo scorso ottobre.
Da parte sua, la “Resistenza islamica in Iraq”, una coalizione di milizie filo-iraniane, ha rivendicato almeno quattro attacchi di droni contro obiettivi strategici israeliani nella notte tra domenica e lunedì. L’esercito afferma di aver intercettato questi aerei, ma due di loro sono riusciti a entrare in territorio israeliano prima di essere abbattuti.
Israele in allerta
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha inoltre convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Anche se al momento non sono state segnalate vittime, questo incidente riaccende le tensioni in una regione già al limite. Le autorità israeliane puntano il dito contro la responsabilità dei ribelli Houthi, che controllano ampie porzioni dello Yemen. Questo gruppo armato sciita, sostenuto dall’Iran, ha effettuato diversi attacchi contro Israele e navi al largo delle coste dello Yemen dall’inizio del conflitto lo scorso ottobre.
Da parte sua, la “Resistenza islamica in Iraq”, una coalizione di milizie filo-iraniane, ha rivendicato almeno quattro attacchi di droni contro obiettivi strategici israeliani nella notte tra domenica e lunedì. L’esercito afferma di aver intercettato questi aerei, ma due di loro sono riusciti a entrare in territorio israeliano prima di essere abbattuti.
Israele in allerta
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha anche convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Canada
Gli incendi devastano la regione di Gerusalemme in seguito ad un attacco missilistico yemenita intercettato da Israele. Mentre i vigili del fuoco domano le fiamme, l’esercito israeliano…
Un grande incendio sta attualmente devastando la zona a ovest di Gerusalemme, in Israele. Secondo le autorità israeliane il disastro è dovuto all’intercettazione di un missile lanciato dallo Yemen. I vigili del fuoco stanno lottando senza sosta per tenere sotto controllo le fiamme, mentre i militari cercano ulteriori danni causati dai detriti.
L’incendio è scoppiato lunedì mattina presto nella zona di Bet Shemesh, una ventina di chilometri a sud-ovest di Gerusalemme. Secondo un portavoce militare, gli incendi sono stati causati dai resti di un proiettile yemenita intercettati dalla difesa aerea israeliana. Anche se il missile non ha raggiunto il territorio israeliano, i suoi detriti sono stati sufficienti ad incendiare la vegetazione seccata dal caldo estivo.
Un’intercettazione all’ultimo minuto
Le sirene d’allarme hanno suonato poco prima delle 6 del mattino nella zona colpita, innescando una risposta immediata da parte delle forze armate israeliane. Secondo la dichiarazione dell’esercito, l’aeronautica militare è riuscita a intercettare il missile ostile prima che entrasse nello spazio aereo del Paese. Un’impresa che purtroppo non ha impedito che frammenti incandescenti piovessero sulle colline boscose circostanti.
Vigili del fuoco su tutti i fronti
Immediatamente intervenuti sul posto, i vigili del fuoco stanno conducendo da diverse ore una feroce battaglia contro le fiamme. Oltre alle operazioni di spegnimento, effettuano una ricognizione approfondita della zona per accertarsi che non vengano segnalati altri incendi o danni materiali. Un compito reso difficile dal terreno ripido e dal fumo denso che ricopre la zona.
Stiamo facendo tutto il possibile per contenere questo incendio il più rapidamente possibile ed evitare che si diffonda. La sicurezza della popolazione è la nostra massima priorità.
Un funzionario dei vigili del fuoco di Gerusalemme
Lo spettro di una nuova escalation
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha anche convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, lancio di missili e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha anche convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Anche se al momento non sono state segnalate vittime, questo incidente riaccende le tensioni in una regione già al limite. Le autorità israeliane puntano il dito contro la responsabilità dei ribelli Houthi, che controllano ampie porzioni dello Yemen. Questo gruppo armato sciita, sostenuto dall’Iran, ha effettuato diversi attacchi contro Israele e navi al largo delle coste dello Yemen dall’inizio del conflitto lo scorso ottobre.
Da parte sua, la “Resistenza islamica in Iraq”, una coalizione di milizie filo-iraniane, ha rivendicato almeno quattro attacchi di droni contro obiettivi strategici israeliani nella notte tra domenica e lunedì. L’esercito afferma di aver intercettato questi aerei, ma due di loro sono riusciti a entrare in territorio israeliano prima di essere abbattuti.
Israele in allerta
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha inoltre convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
Anche se al momento non sono state segnalate vittime, questo incidente riaccende le tensioni in una regione già al limite. Le autorità israeliane puntano il dito contro la responsabilità dei ribelli Houthi, che controllano ampie porzioni dello Yemen. Questo gruppo armato sciita, sostenuto dall’Iran, ha effettuato diversi attacchi contro Israele e navi al largo delle coste dello Yemen dall’inizio del conflitto lo scorso ottobre.
Da parte sua, la “Resistenza islamica in Iraq”, una coalizione di milizie filo-iraniane, ha rivendicato almeno quattro attacchi di droni contro obiettivi strategici israeliani nella notte tra domenica e lunedì. L’esercito afferma di aver intercettato questi aerei, ma due di loro sono riusciti a entrare in territorio israeliano prima di essere abbattuti.
Israele in allerta
Di fronte a questo aumento degli atti ostili, Israele ha messo le sue forze in massima allerta. Sono stati inviati rinforzi lungo i confini e sono stati attivati ulteriori sistemi di difesa missilistica per scongiurare eventuali ulteriori tentativi di incursione. Il governo ha anche convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza per valutare la situazione e determinare i prossimi passi.
Israele non tollererà alcun attacco al suo territorio o ai suoi cittadini. Risponderemo con forza a qualsiasi aggressione, da qualunque parte provenga.
Un alto funzionario del Ministero della Difesa
Mentre il fumo aleggia ancora sulle colline di Gerusalemme, l’intera regione trattiene il fiato. Tra attacchi di droni, attacchi missilistici e incendi devastanti, la polveriera mediorientale rischia ancora una volta di esplodere. Nonostante gli appelli internazionali alla calma, per il momento sembra prevalere la logica dell’escalation, che fa temere un incendio generale con conseguenze potenzialmente catastrofiche per le popolazioni civili di entrambe le parti.
Uno scenario disastroso che purtroppo conoscono fin troppo bene i vigili del fuoco che combattono le fiamme sulle colline di Bet Shemesh. Rischiando la vita, combattono instancabilmente per preservare queste terre ancestrali dalla distruzione. Una lotta disperata per la pace, come quella condotta quotidianamente dagli abitanti di questa regione segnata da decenni di conflitti. Possano i loro sforzi e i loro sacrifici non essere vani.
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