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Mélenchon, becchino della sinistra? Julien Dray denuncia l’impasse degli Insoumi

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Il JDD. Il boss della LFI è già oggetto di abbondante letteratura. Perché dedicargli un nuovo libro?

Julien Dray. Perché c’è stato questo terribile posizionamento di Jean-Luc Mélenchon e della LFI dopo il 7 ottobre. Ho cercato di capire come e perché sono arrivati ​​lì. In realtà, negli anni ’90 la sinistra radicale francese si è convertita alle tesi dei trotskisti britannici, secondo cui nella lotta globale contro il grande Satana che sono gli Stati Uniti, le masse islamiste sono alleate.

Jean-Luc Mélenchon è sincero o opportunista?

Inizialmente c’è una forma di cinismo. Ora, penso che ci sia un elemento di sincerità da parte sua. L’episodio dei Gilet Gialli è la vera svolta. Non riuscendo a trarre vantaggio dal movimento, riconosce fatalisticamente la partenza dell’elettorato popolare bianco verso la RN. Deve trovare un elettorato sostitutivo, le masse islamiste, che vede come i nuovi dannati della Terra.

Lei attribuisce al leader ribelle la responsabilità del declino della sinistra francese. Non è piuttosto la conseguenza?

Il resto dopo questo annuncio

È stata innanzitutto la conseguenza di una sinistra che ha perso la propria identità nell’esercizio del potere. Ora è diventato un ostacolo al suo successo.

“Nessuno osa confrontarsi con Jean-Luc Mélenchon”

Gli altri gruppi di sinistra possono nutrire pregiudizi contro Jean-Luc Mélenchon, ma finiscono sempre per avere a che fare con il suo movimento…

Nessuno osa affrontarlo. Gli eccessi e gli slittamenti della LFI dopo il 7 ottobre avrebbero dovuto logicamente portarla a tagliare il cordone. Non l’hanno fatto. Non solo perché non hanno portato avanti il ​​lavoro di comprensione della società, di ridefinizione del software di pensiero, ma in modo più crudele, queste sinistre sono sostenute elettoralmente da Mélenchon. È lui che distribuisce le posizioni. Olivier Faure non dice altro quando spiega che l’alleanza con gli Insoumi ha permesso di salvare posizioni alle elezioni legislative.

Mélenchon ha dato vita a una generazione di funzionari eletti radicalizzati, determinati a continuare il suo lavoro. Il futuro della sinistra può essere scritto senza di loro?

È addirittura un obbligo. La sinistra non melenconista alzerà la testa solo a costo della difesa dell’universalismo repubblicano, di una riconquista ideologica della società, in particolare dei giovani.


Chi è MélenchonJulien Dray, Plon, 208 pagine, 20 euro.

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