Secondo una delegazione governativa, una manifestazione di massa ha riunito sabato sera 130.000 persone per le strade di Valencia.
La folla ha denunciato la gestione da parte della classe politica delle micidiali inondazioni che hanno provocato almeno 220 morti in Spagna.
I manifestanti hanno chiesto la partenza del presidente della regione Carlos Mazón e del primo ministro Pedro Sánchez.
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Inondazioni mortali in Spagna
Una marea umana si è radunata sabato sera a Valencia. Due settimane dopo le inondazioni mortali che hanno devastato il sud della terza città della Spagna, circa 130.000 persone, secondo una delegazione governativa, hanno voluto esprimere la loro rabbia contro la gestione politica del maltempo che ha provocato almeno 220 morti nella regione.
I manifestanti si sono riuniti a fine giornata sulla grande piazza antistante il municipio per marciare al grido di “assassini, assassini ” il chilometro che la separa dalla sede del governo regionale. Bersaglio della sua furia, il presidente regionale Carlos Mazón (Partito Popolare, a destra), accusato in particolare di aver sottovalutato i rischi, impiegando troppo tempo a lanciare l'allarme prima dell'insurrezione acque e soccorsi scarsamente coordinati dopo le inondazioni sono state chieste le sue dimissioni dal corteo.Voglio che se ne vada, ha protestato un manifestante nel cuore della manifestazione. Andare via! Ci hai già ucciso e ora ci lasci morire.“
Scontri tra polizia e manifestanti
“La gestione di Mazón è stata indecente e dovrebbe dimettersi, denuncia dal canto suo un pensionato. Il governo valenciano è responsabile e non ha voluto chiedere cosa poteva chiedere al governo centrale, anche lui un po' responsabile”. Il primo ministro socialista Pedro Sánchez, già maltrattato dai residenti colpiti e costretto a tornare indietro quando si è recato sul posto domenica scorsa, non è sfuggito agli slogan ostili.
La massiccia manifestazione ha dato luogo a forti tensioni con la polizia, intervallate da lanci di proiettili e perfino da scambi di colpi. I video postati sui social network testimoniano la violenza di questi scontri.
Il giorno dopo questa manifestazione, che dovrebbe diventare una pietra miliare in Spagna, rimangono tracce visibili di questa rabbia. “La gente non dimentica” si legge, tra l'altro, su uno dei muri della città.
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