Cosa è successo la notte tra il 7 e l’8 novembre ad Amsterdam? Dopo la partita di calcio tra Ajax Amsterdam e Maccabi Tel Aviv in Europa League, i tifosi israeliani sono stati inseguiti e aggrediti violentemente in diverse parti della città. Da venti a trenta di loro sono rimasti feriti, di cui cinque portati in ospedale.
La mattina dopo, mentre sul posto, all’estero e soprattutto in Israele, l’emozione era alta, la stampa olandese si è messa dapprima a raccontare i fatti, con cautela nei confronti delle immagini che circolavano sui social network e delle voci di sparizioni e prese di ostaggi – che si è rivelato infondato.
Ventiquattr’ore dopo, reazioni e interpretazioni differiscono sensibilmente a seconda dei giornali.
Per molti cronisti, scioccati e commossi, la natura profondamente antisemita degli eventi è fuori dubbio. “Amsterdam è diventata una città pogrom”, scrive seriamente Sylvain Ephimenco sul giornale cristiano Fedeltà. Questa città, da tempo conosciuta come quella “tolleranza”, sega “Giovedì una caccia agli ebrei organizzata come nessun’altra in Europa”.
In La sua parola, Giornale di Amsterdam, un altro editorialista non crede alle sue orecchie:
“È vero che i sostenitori ebrei dovevano nascondersi? Che gli ebrei furono perseguiti nella mia città? Ciò è accaduto durante le commemorazioni della Notte dei Cristalli? È questo l’inizio di ulteriore violenza in città?”
La parola “pogrom” – che designa le rivolte contro una minoranza etnica, e originariamente, più specificamente contro gli ebrei nell’impero russo – è stata usata anche dalla sindaca di Amsterdam Femke Halsema, ma con maggiore distanza. Nella sua conferenza stampa di venerdì a mezzogiorno, ha dichiarato seriamente: “Giovani in scooter giravano per la città alla ricerca di sostenitori israeliani. Era un colpisci e scappa [frapper et s’enfuir]. E capisco benissimo che questo mi riporta alla memoria i pogrom”.
“Atroce”
“Il terrorismo antisemita ha invaso le strade di Amsterdam”, afferma da parte sua Il Telegrafo, che dedica quasi sei pagine a questo argomento. In prima pagina, il tabloid conservatore titola semplicemente la parola “Atroce”, sotto un’immagine tratta da un video, dove si vede un uomo preso a calci a terra.
Preoccupazioni per la partita Francia-Israele
Si guarda con preoccupazione anche ad un’altra partita di calcio, quella in programma giovedì 14 novembre: quella che vedrà sfidarsi Francia e Israele nella Società delle Nazioni a Parigi.
Come riportato dal sito Osservatorio sul Medio Orientela Francia ha espresso, attraverso il suo ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, “la sua opposizione allo spostamento della prossima partita Francia-Israele”. Quest’ultimo ha parlato di X:
All’inizio della settimana, attivisti filo-palestinesi sono entrati nei locali della Federcalcio francese (FFF) a Parigi, per protestare contro l’organizzazione della partita dei Blues contro Israele allo Stade de France il 14 novembre, ricorda inoltre Middle East Monitor.
Posta internazionale
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L’autrice ed editorialista Nausicaa Marbe, firmataria di uno dei documenti d’opinione, ritiene senza mezzi termini che questa violenza sia il risultato di “Musulmani assetati di violenza” Chi “ha condotto una caccia agli ebrei nel centro di Amsterdam” et “volevano compiere il proprio pogrom”.
Ma la responsabilità ricadrebbe anche sulla sinistra filo-palestinese, questa “pretenziosi pensatori di destra che, desiderosi di eroismo marxista, rivolta ed esotismo, aggiungono la loro voce a coloro che invocano un’intifada. Cosa credevano che nascondesse questa Intifada? Questa è una violenza massiccia contro gli ebrei”.
Nella conferenza stampa, le autorità di Amsterdam sono state caute riguardo all’indagine appena aperta e al profilo degli aggressori, sottolineando semplicemente che le 62 persone arrestate (la maggior parte delle quali sono state rapidamente rilasciate) erano uomini. Se certi giornali, come Fedeltà, attribuire atti di violenza a persone di origine araba e/o musulmana, questo è a sostegno di alcuni video che circolano online in cui si sentono voci che parlano in arabo.
Wilders au premier plan
La lettura degli avvenimenti è stata comunque molto chiara agli occhi di Geert Wilders, leader del partito di estrema destra PVV, grande vincitore delle elezioni legislative dello scorso anno. Molto presto questo venerdì mattina, e per tutto il giorno, ha commentato con veemenza gli eventi suriferendosi non agli attivisti filo-palestinesi che attaccano i sostenitori israeliani, ma “Musulmani con bandiere palestinesi attaccano gli ebrei”, del “feccia multiculturale” che era opportuno“Fermare” E“espellere”. Ed è proprio questa ripresa politica ad attirare l’attenzione dei giornali Fedeltà, Algemeen Dagblad e soprattutto NRC.
In prima pagina si analizza il modo in cui Wilders – che, pur essendo a capo della prima forza politica, ha solo un ruolo di deputato – ha approfittato degli eventi per mettersi in prima linea, criticare la propria coalizione di governo e il sindaco di Amsterdam, e “rompere la promessa” che aveva convinto altri tre partiti a stringere un’alleanza con lui: quella di mettere il suo “opinioni sull’Islam” temporaneamente “nel frigo”.
Il genio del male
“Quando i leader politici preferiscono gettare benzina anziché acqua sul fuoco, il Paese deve preoccuparsi del suo prossimo futuro”, reagisce De Volkskrant, preoccupato, riguardo all’atteggiamento di Wilders, da deputato dell’opposizione che attribuisce a lui la responsabilità degli avvenimenti “la feccia genocida del Maccabi”.
Questo giornale di centrosinistra ha preferito non dedicare la prima pagina e pochi commenti agli avvenimenti che descrive “violenza ad Amsterdam” e che analizza soprattutto come un’importazione della guerra in atto in Medio Oriente. D’altra parte dedica una doppia pagina a un’attenta ricostruzione dei fatti, a partire da sabato scorso.
De Volkskrant segnala manifestazioni di movimenti filo-palestinesi, “che credono che i club israeliani debbano essere esclusi dalla competizione, allo stesso modo dei club russi dopo l’invasione dell’Ucraina”. Ma anche provocazioni da parte dei tifosi del Maccabi, che mercoledì sera “ha preso una bandiera palestinese da un edificio, l’ha bruciata e ha rotto le finestre dell’edificio”.
Il giorno dopo, loro “sventolando bandiere israeliane nel centro di Amsterdam, applaudendo l’azione dell’esercito israeliano e cantando ‘Fanculo gli arabi’.” Infine, ovviamente, il giornale elenca le immagini di violenza circolate in rete, accompagnate da commenti ingiuriosi contro gli ebrei, e il panico descritto dai tifosi inseguiti.
Spaventato, Algemeen Dagblad lo nota “l’importazione del conflitto in Medio Oriente” ha raggiunto un nuovo livello. “Il genio del male è uscito dalla lampada”, scrive l’autore ed editorialista Özcan Akyol. “I politici e altre personalità possono gridare ad alta voce”, non fermeremo l’escalation “Solo a condizione di trovare rapidamente una soluzione diplomatica al conflitto”.
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