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Slittamento di bilancio: Bruno Le Maire attribuisce la colpa all’attuale governo
Alla guida di Bercy per sette anni, l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze Bruno Le Maire ha smentito giovedì ogni “colpa” o “insabbiamento” di fronte al significativo deterioramento delle finanze pubbliche francesi, scaricando la responsabilità sull’attuale governo Deplorando gli “attacchi” e le “bugie” subite secondo lui per “mesi”, l’ex grande finanziere, 55 anni, è venuto a difendere la sua “verità” davanti alla Commissione Finanze del Senato, che ha avviato una serie di udienze nell’ambito della commissione per le finanze del Senato. una missione informativa sulla deriva dei conti pubblici, davanti a una commissione d’inchiesta dell’Assemblea nazionale. “Quando mi dicono che il deficit nel 2024 sarà al 6,1%, è la scelta dell’attuale governo”, ha detto “se tutte le misure che avevamo preparato con Thomas Cazenave (l’ex ministro dei Conti pubblici) entrassero in vigore Se i mesi di giugno e luglio fossero stati attuati senza indugio dal nuovo governo, insieme alle misure fiscali sulle rendite energetiche e sui riacquisti di azioni con effetto retroattivo, avrebbero permesso di contenere il deficit per il 2024 al 5,5% senza aumento delle tasse. Il disavanzo pubblico dovrebbe raggiungere il 6,1% del PIL nel 2024. Era stato previsto al 4,4% nell’autunno del 2023, poi è stato rivalutato al 5,1% in primavera dal governo precedente. All’inizio di gennaio, “ho indicato chiaramente (…) che la parte più difficile è davanti a noi”, pur mantenendo l’obiettivo di deficit al 4,4%, ha spiegato Bruno Le Maire. Oggi, questa dichiarazione mi è valsa accuse brutali”, contro le quali è “totalmente falso”. si spiega, secondo lui, con il massiccio sostegno fornito durante le crisi successive, e più recentemente con entrate fiscali molto inferiori al previsto “Non c’è stata nessuna colpa, nessun occultamento, nessun desiderio di ingannare. C’è stato fondamentalmente un grave errore tecnico nella valutazione dei ricavi”, ha spiegato Bruno Le Maire, che ora ha lasciato l’insegnamento a Losanna, in Svizzera. I ricavi sono inferiori alle previsioni di 41,5 miliardi di euro. Ha insistito sul fatto che “mai, in nessun momento, né il governo, né a fortiori il ministro, dicono una parola sulla valutazione delle entrate”: c’è “un’impermeabilità totale” per evitare rischi di “manipolazione”. Il presidente della commissione Finanze Claude Raynal (PS) ha stimato che il governo ha ricevuto molto presto note interne che prevedevano uno slittamento più marcato del previsto e che ha tardato a tenerne conto. Bruno Le Maire ha contestato questo fatto al rapido deterioramento del contesto economico e geopolitico all’inizio del 2024, guidando Ad una riduzione della previsione di crescita dall’1,4% all’1,1%, Bercy ha reagito cancellando 10 miliardi di euro di credito in febbraio. L’ex ministro si è rammaricato di non essere riuscito a convincere l’esecutivo della necessità di una legge finanziaria modificativa in primavera per il 15 miliardi, pur dicendosi solidale con questa decisione. – “Autocompiacimento” – “Noto questa specie di fuochi d’artificio di autocompiacimento collettivo e unitario sulla vostra azione che viene pagata (…) a caro prezzo (…) di un debito colossale e abissale”, ha ribattuto il relatore generale sul bilancio Jean-François Husson (LR), ricordando che Bruno Le Maire era ancora ministro all’inizio di settembre. L’inaspettato scivolamento del deficit, dopo quello già osservato nel 2023, al 5,5% del Pil contro il 4,9% previsto, ha sollevato interrogativi sull’attendibilità delle previsioni della precedente maggioranza macronista. “Non si tratta più di una tempesta + perfetta, eccezionale +, si tratta piuttosto di un uragano di lunga durata”, ha scherzato Jean-François Husson, ricordando le osservazioni fatte dall’ex ministro davanti alla loro commissione durante una prima parte della missione effettuata a la primavera. “Hai detto che ‘la riduzione del debito francese, per sette anni, era la mia ossessione. Per fortuna lo dici, perché purtroppo i fatti ti contraddicono fortemente.’ Dopo l’ex capo di Bercy, il Senato ascolterà nel pomeriggio Thomas Cazenave, venerdì l’allora ex primo ministro Gabriel Attal e il 15 novembre il suo predecessore Elisabeth Borne, prima di esaminare nei prossimi giorni alla Camera alta il progetto di bilancio 2025. la maggioranza senatoriale, un’alleanza centrista-LR, è passata alla “base comune”.mpa/abb/jco
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