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Alluvioni in Spagna: e qui, come ci siamo adattati?

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Nella notte di mercoledì 30 ottobre, nella regione valenciana è caduta una forte pioggia. In 24 ore cadono 491 litri per m2, più che in un anno intero. Il terreno molto secco e particolarmente artificiale limita la penetrazione dell’acqua nel terreno. Le strade si trasformano in torrenti, i parcheggi sotterranei in trappole. Il bilancio umano è pesante. Molto rapidamente è stata evidenziata la mancanza di reattività delle autorità e di cultura del rischio.

Un disastro che fa eco a quello del luglio 2021 nel distretto di Verviers. Si osserva lo stesso fenomeno della goccia fredda, anche se in Spagna è abbinato ad altri fenomeni. A seguito del cambiamento climatico, queste piogge estreme potrebbero diventare più frequenti.

Qui si sta lavorando per rendere i nostri corsi d’acqua più resilienti e far fronte meglio agli episodi di inondazioni e siccità di domani. Dove siamo oggi? L’attesissima modellazione idrologica e idraulica MODREC è completata? Avrebbero dovuto consentire di testare le diverse soluzioni di sviluppo. Quali sono i suoi insegnamenti?

Il piano strategico multidisciplinare per il bacino del Vesdre mira ad adeguare l’intero territorio del bacino, sia i fondovalle che gli altipiani, sia le aree naturali che quelle urbanizzate. Riguarda 25 comuni. I test hanno dimostrato che, ad esempio, sviluppando diversamente i terreni agricoli nella valle del Magne, è possibile infiltrare il 30% in più di acqua.

Ma questo piano strategico vuole essere uno strumento decisionale; non è vincolante. Allora chi realizzerà queste proposte? E con quali mezzi?
Facciamo il punto su questo cuore del dibattito con i nostri ospiti:
*Philippe Godin, borgomastro di Pepinster
*Sébastien Gailliez, direttore dei corsi d’acqua non navigabili – SPW
*Xavier Fettweis, climatologo dell’ULiegi

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