Le “inondazioni del secolo” di Valencia (Spagna), che hanno provocato oltre 200 morti, e la conseguente copertura mediatica, rendono questa iniziativa più attuale che mai: l’Osservatorio dei media sull’ecologia (OME) vedrà ufficialmente la luce il Giovedì 7 novembre, durante una serata di lancio al Théâtre de la Concorde, a Parigi. Lo stesso giorno sarà messo online un sito web affinché il grande pubblico possa seguire l’evoluzione della trattazione mediatica delle crisi ambientali con dati quantificati – in percentuale del tempo di trasmissione – e qualificati, cioè classificati in cause, conseguenze o soluzioni.
Questo osservatorio mira a misurare il modo in cui undici canali televisivi francesi e nove stazioni radiofoniche riferiscono sulle crisi legate al clima o all’ambiente. I canali generalisti più visti (TF1, France 2, France 3, M6, Arte e C8), così come i canali di informazione continua (CNews, BFM-TV, LCI, Franceinfo, France 24), saranno analizzati in televisione da il consorzio. Per le radio sono state scelte per essere messe in panchina le radio generaliste a vocazione nazionale (RTL, Europa 1, RMC e Sud Radio) e quelle del servizio pubblico generalista (France Inter, Franceinfo, France Culture e RFI).
Ciò comporta la messa a disposizione “dati unificati, solidi ed esperti che possono essere utilizzati come riferimento dall’ecosistema degli attivisti ma anche dai media e dalle autorità pubbliche”spiega Eva Morel, cofondatrice di QuotaClimat, un’associazione nata nel 2022 per evidenziare il punto debole della crisi ecologica nell’agenda mediatica.
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Oltre a QuotaClimat, all’origine del progetto, il consorzio è composto da diverse associazioni impegnate in questioni ambientali come Expertises Climat, Climat Médias, Data for Good, ma anche partner tecnici privati come Eleven e Mediatree. Questa iniziativa è stata vincitrice, nel 2023, di un bando di concorso lanciato dall’Agenzia per l’Ambiente e la Gestione dell’Energia (Ademe), finalizzato a produrre progetti open Source per la transizione ecologica. Nel mese di febbraio ha aderito all’operazione l’Autorità di regolazione per le comunicazioni audiovisive e digitali.
Copertura troppo bassa
Trovare un accordo sulla metodologia è stato uno dei primi ostacoli da superare affinché il progetto dell’Osservatorio vedesse la luce. I media selezionati sono stati consultati prima che la metodologia scelta fosse loro presentata a marzo. L’OME raccoglierà i suoi dati attraverso un conteggio che funziona utilizzando le parole chiave pronunciate in onda.
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