C’è un posto, in Piazza Indipendenza a Kiev, dove alcuni passanti si fermano più a lungo che altrove per scattare una foto, cercare un nome o piangere in silenzio. Qui, nel centro della capitale ucraina, dove si sono svolti i momenti cruciali della vita politica del Paese, si trova ora un monumento commemorativo dell’inizio dell’invasione russa. Lo spazio, situato vicino all’uscita della metropolitana, è ricoperto di bandiere ucraine piantate nel terreno per tutti “eroe” avendo perso la vita difendendo il Paese. Ce ne sono migliaia e migliaia.
Mercoledì 6 novembre, a fine giornata, poche ore dopo l’annuncio della vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, Oleh, 52 anni, accende delle candele davanti al monumento. Il risultato elettorale non lo ha dissuaso nemmeno per un momento dal rinunciare a questo rito quotidiano. “Ogni giorno vengo qui”, confida questo padre di due figlie dal volto segnato (che non ha voluto rivelare il suo cognome, come altri intervistati), titolare di un piccolo negozio di giocattoli a Irpine, nella periferia ovest della capitale.
All’improvviso suona un allarme aereo. Se la maggior parte dei passanti lungo Khreschatyk Avenue non presta attenzione, Oleh si fa il segno della croce guardando il cielo. Per quanto riguarda le conseguenze dell’arrivo al potere di Donald Trump, invece, dice di non essere preoccupato. Scorrendo le foto della figlia 29enne, entrata in una brigata d’assalto dopo la morte del marito soldato, dice addirittura di apprezzare il lato ” spericolato “ del presidente eletto. “Trump non ha interesse a lasciare andare l’Ucraina, perché ciò dimostrerebbe che gli Stati Uniti non sono potenti”continua, scartando con un gesto la probabilità che il prossimo inquilino della Casa Bianca mantenga la promessa di imporre un accordo di pace con la Russia. “Non vogliamo la pace, sbottò Oleh. Vogliamo solo la vittoria. »
Supporto cruciale
Dopo l’ennesima notte di bombardamenti russi su diverse regioni, mercoledì l’Ucraina si è svegliata per apprendere della vittoria del candidato più imprevedibile per il futuro del Paese. L’argomento è stato discusso da tutti i media locali e ha messo in ombra, per un certo periodo, le pessime notizie che arrivavano dal fronte orientale per diversi mesi. A Kiev, però, l’atmosfera sembrava stranamente serena di fronte a questo salto nell’ignoto.
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Se la candidata democratica Kamala Harris si era impegnata a proseguire gli aiuti militari e finanziari investiti da Joe Biden, Donald Trump ha continuato a promettere una pausa. Nel corso della sua campagna elettorale, il candidato repubblicano ha assicurato più volte che, una volta al potere, farà di tutto per fermare la guerra. “tra ventiquattro ore”. Il timore degli alleati di Kiev è che una rapida risoluzione di questa guerra sarebbe sinonimo di concessioni territoriali a beneficio della Russia e dell’abbandono delle aspirazioni dell’Ucraina di aderire alla NATO.
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