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Omicidio di Philippine: estradato in Francia, il sospettato accusato di omicidio ripetuto e stupro

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Taha O., sospettato dell’omicidio di uno studente di 19 anni trovato morto nel Bois de Boulogne a settembre, è stato consegnato dalla Svizzera alle autorità francesi.

L’uomo di 22 anni è stato incriminato per omicidio e stupro come recidivo.

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Philippine, 19 anni, ucciso a Parigi: un’inchiesta e degli interrogativi

Più di un mese e mezzo dopo l’omicidio di Philippine, il sospettato è arrivato in Francia. Taha O., arrestato in Svizzera a settembre, è stato consegnato alle autorità francesi. Il giovane di nazionalità marocchina, 22 anni, è arrivato in mattinata a bordo di un furgone alla frontiera tra Francia e Svizzera, nei pressi del posto di Vallard-Thonex (Alta Savoia). Dopo aver atteso negli uffici doganali, gli è stato notificato un mandato di cattura.

Poche ore dopo, a fine giornata, è stato incriminato da un gip per “omicidio accompagnato da altro delitto” che lo farebbe “incorrere nell’ergastolo”, ha indicato la Procura di Parigi. Incriminato anche per stupro ripetuto, anche Taha O. è stato posto in custodia cautelare. Nel palco, il marocchino appariva curvo, con lo sguardo fisso a terra, prima che il magistrato dichiarasse chiuso il caso. Secondo l’accusa, il sospettato è anche perseguito per furto ripetuto e frode ripetuta per atti commessi a Montreuil.

Un sospettato già condannato per stupro nel 2021

Taha O. era fuggito in Svizzera dopo l’omicidio di Philippine, una studentessa di 19 anni il cui corpo è stato scoperto sepolto a Parigi nel Bois de Boulogne. In questo caso è stata aperta un’indagine giudiziaria a Parigi per stupro e omicidio. L’omicidio ha suscitato un’immensa emozione in Francia, ma anche un virulento dibattito pubblico, perché il sospettato era già stato condannato nel 2021 per stupro, poi rilasciato nel giugno 2024, “alla fine della frase”secondo la procura di Parigi. È stato poi rinchiuso nel centro di detenzione amministrativa a Metz.

Dopo il suo rilascio, è stato posto agli arresti domiciliari in un albergo dell’Yonne dove non si è mai recato. Non avendo adempiuto al suo obbligo di denuncia, era stato inserito nel fascicolo delle persone ricercate il giorno prima dell’omicidio, il 19 settembre. Aveva l’obbligo di lasciare il territorio, cosa che ha provocato forti reazioni, in particolare da parte dell’estrema destra. Dopo questo omicidio e l’arresto del sospettato in Svizzera, ha insistito anche il ministro degli Interni Bruno Retailleau “sviluppare l’arsenale legale”.

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Il 26 settembre il presidente Macron si è espresso “l’emozione di tutta la Nazione” dopo un “crimine atroce” e sentivo che era necessario “proteggere meglio i francesi ogni giorno”. In una lettera indirizzata all’AFP, una precedente vittima del sospetto ha parlato per sfumare i dibattiti e chiedere maggiori risorse per prevenire “la recidiva dei crimini sessisti e sessuali”.


La redazione di TF1info

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