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Il Giappone in prima linea per aiutare a liberare l’Ucraina dalle mine

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Secondo le stime di Kiev, il 23% del territorio ucraino contiene mine e altri esplosivi.

Chiave di volta

Circa un quarto del territorio ucraino è minato. Grazie al suo know-how e alle sue attrezzature all’avanguardia, il Giappone succederà alla Svizzera nell’organizzazione della prossima conferenza sullo sminamento in Ucraina nel 2025.

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06 novembre 2024 – 11:11

“Il Giappone intensificherà ulteriormente i suoi sforzi di sminamento, affinché il popolo ucraino possa ritornare a condurre la propria vita in tutta sicurezza”: questa la promessa fatta da Fumio Kishida, allora Primo Ministro giapponese, durante il Summit sulla pace in Ucraina che si tenne si è tenuto in Svizzera nel mese di giugno. In questa occasione ha anche annunciato che il Giappone organizzerà la prossima Conferenza sullo sminamento in Ucraina nel 2025 (Conferenza sull’azione antimine in Ucraina), la cui prima edizione si è tenuta a Losanna a metà ottobre.

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Conferenza svizzera sullo sminamento in Ucraina: cosa c’è da sapere

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16 ott. 2024

L’Ucraina è uno dei paesi più minati al mondo. Lo sminamento umanitario deve essere coordinato in Svizzera.

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Il Giappone ha fornito attrezzature per lo sminamento e la ricostruzione al Servizio di soccorso in caso di calamità civile dell’Ucraina (SESU) dall’inizio dell’invasione russa nel 2022.

Attraverso la sua Agenzia di Cooperazione Internazionale (JICACollegamento esterno), nel mese di luglio il governo giapponese ha consegnato all’Ucraina quattro macchine sminatrici, nell’ambito di un programma di aiuto alla ricostruzione del valore di 91 miliardi di yen (490 milioni di franchi svizzeri).

Prodotte dal produttore giapponese di macchine edili Nikken, queste macchine sono le prime nel loro genere. Dotati di braccio articolato, possono anche raccogliere cumuli di detriti o potare alberi. Entro dicembre ne seguiranno una ventina circa.

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Una macchina per lo sminamento Nikken, lo stesso modello di quelle inviate in Ucraina.

JICA

Lo scorso anno il Giappone ha anche spedito una cinquantina di rilevatori di mine all’avanguardia, sviluppati dal professor Motoyuki Sato dell’Università di Tohoku (nord-est). Denominati ALIS, questi sistemi fungono sia da metal detector che da ground penetrating radar (RPS), vale a dire sonde che consentono di visualizzare sullo schermo la presenza di mine. Testati in Cambogia, questi strumenti individuano le mine in modo rapido e preciso, senza dover scavare.

>>Motoyuki Sato spiega come funziona ALIS in questo video (in inglese):

Contenuto esterno

Il Giappone, tuttavia, preferisce dare ai paesi colpiti dalle mine la possibilità di risolvere da soli il problema. Ad oggi, la JICA ha organizzato diversi corsi di formazione in Giappone, Cambogia e Polonia per le squadre ucraine. Una cinquantina di persone hanno imparato a utilizzare e mantenere i rilevatori di mine e le attrezzature per lo sminamento.

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Motoyuki Sato (al centro) spiega l’uso di ALIS allo staff SESU durante una sessione di formazione in Cambogia.

JICA

Secondo Kiev, il 23% del territorio ucraino è pieno di mine e altri esplosivi e circa 6 milioni di persone vivono attualmente in aree ad alto rischio. Dall’inizio del conflitto sono già più di 900 i civili uccisi o feriti dalle mine.

Anche se la guerra finisse domani, ci vorrebbero comunque anni per liberare l’Ucraina dalle mine.

“A differenza di altri paesi che si limitano a inviare personale sul posto, noi cerchiamo di coinvolgere le popolazioni locali fin dall’inizio in modo che possano pianificare e gestire da sole il rilevamento e la rimozione delle mine in futuro”, Ayako Oi, capo del dipartimento di “mantenimento della pace” dell’ Agenzia di cooperazione giapponese, spiega a swissinfo.ch.

Un quarto di secolo di esperienza in Cambogia

Dal 1998 il Giappone ha già concesso alla Cambogia un aiuto per la lotta contro le mine pari a 92 milioni di franchi. La Cambogia fu pesantemente colpita dalla guerra del Vietnam e dal conflitto civile dei due decenni successivi, durante i quali furono sepolte dai 4 ai 6 milioni di mine.

La Convenzione sulla messa al bando delle mine antiuomo

La comunità internazionale ha cominciato a preoccuparsi della proliferazione delle mine all’inizio degli anni ’90, sepolte soprattutto in paesi in guerra come la Cambogia, l’Afghanistan o l’Angola, e provocano danni considerevoli alle popolazioni civili e ostacolano gravemente l’opera di ricostruzione e di sviluppo a seguito dei conflitti. .

Su richiesta di numerose ONG internazionali, nel 1997 è stato adottato un testo sulla messa al bando delle mine antiuomo (Convenzione di Ottawa), entrato in vigore due anni dopo. Ad oggi, 164 paesi lo hanno firmato o ratificato.

Il ministro della Difesa giapponese all’epoca era riluttante a siglarlo, citando problemi di sicurezza, ma il massimo diplomatico giapponese, Keizo Obuchi, firmò il trattato, sottolineandone l’importanza.

Nel febbraio 2003 il Giappone ha completato la distruzione di circa un milione di mine in suo possesso.

Ogni anno viene organizzata una conferenza per discutere l’attuazione di questa Convenzione tra le parti firmatarie, che non sono solo paesi ma anche organizzazioni internazionali.

La cooperazione tecnica giapponese fornisce assistenza all’Agenzia nazionale cambogiana per l’azione antimine da oltre un quarto di secolo (Centro di azione contro le mine della CambogiaCMAC), sia fornendogli attrezzature per rendere più efficace lo sminamento, sia aiutandolo a sviluppare la propria capacità di gestire il problema.

Tra il 1995 e il 1999 è stato possibile sminare in loco appena 10 km2 di superficie; quest’area è aumentata a 282 km2 nel 2023 grazie agli sforzi del CMAC.

Nel corso del tempo, la Cambogia è diventata addirittura uno dei paesi più competenti al mondo in questa lotta. L’Agenzia di cooperazione giapponese (JICA), dal canto suo, facilita il trasferimento di competenze tra le organizzazioni interessate allo sminamento in Cambogia e altri paesi colpiti dalla stessa piaga, come Colombia, Laos, Angola o Iraq.

L’ex ministro degli Esteri giapponese Yoko Kamikawa ha recentemente annunciato il lancio congiunto da parte dei due paesi di una piattaforma dedicata alla condivisione di conoscenze e tecnologie sullo sminamento a livello internazionale. Nell’ambito di questa iniziativa, gli specialisti cambogiani hanno potuto insegnare l’uso dei rilevatori alle squadre ucraine.

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Un esperto dell’unità ALIS del CMAC dimostra come utilizzare il rilevatore durante l’addestramento.

JICA

Sminamento anziché esportazione di armi

Il Giappone si colloca costantemente tra i primi cinque paesi donatori nella lotta contro le mine antiuomo.

Una strategia che va di pari passo con una rigorosa politica di esportazione delle armi, soprattutto quando queste ultime sono destinate a Paesi in conflitto.

Dopo l’invasione dell’Ucraina, come accaduto in Svizzera, il Giappone è stato sottoposto a pressioni internazionali affinché allentasse le sue politiche. Nel marzo 2022, poco dopo l’ingresso delle truppe russe, il governo giapponese ha dovuto modificare diverse direttive relative al trasferimento di equipaggiamenti e tecnologie nel campo della difesa. Un riadeguamento che, ad esempio, ha permesso di fornire all’Ucraina giubbotti ed elmetti antiproiettile, spacciandoli per “oggetti obsoleti”.

Dalla fine dello scorso anno, un ulteriore allentamento di queste direttive offre ora al Giappone la possibilità di esportare prodotti militari fabbricati sul suolo giapponese, ma sotto licenze straniere. Gli Stati Uniti hanno rapidamente ordinato missili di difesa aerea Patriot prodotti in Giappone, suscitando speculazioni sulla loro destinazione finale, che potrebbe essere l’Ucraina.

Tuttavia, come quella della Svizzera, anche la politica di aiuto del Giappone nei confronti dell’Ucraina si concentra soprattutto sull’aiuto umanitario e sul sostegno finanziario.

La Conferenza, una vetrina per il Giappone

L’assistenza allo sminamento è quindi diventata un elemento centrale del sostegno giapponese all’Ucraina. Il Giappone ha ottenuto il diritto di organizzare la prossima conferenza sullo sminamento nel 2025 a seguito di un incontro tra l’ex primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante il vertice del G7.

Le autorità giapponesi sperano che questo evento sia anche un’opportunità per le aziende giapponesi di presentare le loro ultime innovazioni nel campo dello sminamento. Perché oltre alle società Nikken e Komatsu, che già forniscono attrezzature all’avanguardia, il colosso informatico NEC ha sviluppato un sistema basato sull’intelligenza artificiale. Questa tecnologia prevede dove è più probabile che vengano sepolte le mine e NEC intende utilizzarla presto in Ucraina.

“Spero che questa nuova conferenza acceleri ulteriormente l’impegno internazionale in Ucraina”, ha affermato Ayako Oi della JICA. Gli sforzi per eliminare le mine sono essenziali per garantire la sicurezza e, a loro volta, gettare le basi per una società in cui le popolazioni possano ancora una volta vivere in pace”.

Testo corretto e verificato da Veronica DeVore/ds, tradotto dall’inglese da Alain Meyer/ptur

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