Il principale sospettato dell’omicidio di Philippine è stato incriminato mercoledì a Parigi per “omicidio accompagnato da un altro crimine”, dopo essere stato estradato dalla Svizzera. Rischia l’ergastolo, ha affermato la procura di Parigi.
Incriminato anche per stupro ripetuto, Taha O. è comparso davanti a un giudice per la libertà e la detenzione, che lo ha messo in custodia cautelare, secondo l’accusa.
È sospettato dell’omicidio di Philippine, una studentessa di 19 anni, il cui corpo è stato scoperto sepolto a Parigi nel Bois de Boulogne alla fine di settembre. A Parigi è stata aperta un’indagine giudiziaria per stupro e omicidio.
Mercoledì sera, all’udienza davanti al giudice delle libertà e della detenzione, il marocchino si è presentato curvo, con lo sguardo fisso a terra, prima che il magistrato dichiarasse chiuso il caso. Successivamente il suo avvocato non ha voluto commentare.
Estradato dalla Svizzera
È stato estradato mercoledì dalla Svizzera, dove era fuggito dopo il ritrovamento del corpo di Philippine a settembre. La consegna di questo cittadino marocchino di 22 anni è avvenuta alla frontiera franco-ginevrina.
È stato poi presentato al giudice istruttore, che ha pronunciato il suo atto d’accusa. Secondo l’accusa, Taha O. è accusato, oltre che di omicidio accompagnato da reato e di stupro ripetuto, anche di furto ripetuto e di frode ripetuta per atti commessi a Montreuil.
Il sospettato resta in silenzio
Secondo il pubblico ministero egli ha taciuto davanti al magistrato.
L’uomo è stato arrestato alla stazione di Cornavin il 24 settembre. Il 9 ottobre la Francia ha presentato una richiesta di estradizione all’Ufficio federale di giustizia (UFG). Il sospettato aveva inizialmente rifiutato l’estradizione, prima di cambiare idea la settimana scorsa.
Le indagini proseguono quindi, con “l’obiettivo di stabilire le circostanze dei fatti e il viaggio” di Taha O., ha sottolineato mercoledì sera il procuratore di Parigi, Laure Beccuau, in un comunicato stampa.
L’omicidio di Philippine ha suscitato un’immensa emozione in Francia e ha provocato un virulento dibattito pubblico. Il sospettato era infatti già stato condannato per stupro nel 2021, poi era stato rilasciato nel giugno 2024, “al termine della pena” secondo la Procura di Parigi. È stato poi rinchiuso in un centro di detenzione amministrativa (CRA) a Metz.
L’uomo aveva l’obbligo di lasciare il territorio francese (OQTF). Quando ha lasciato il CRA, dopo che la sua detenzione era stata prorogata per tre volte, è stato posto agli arresti domiciliari in un albergo dove non si era mai recato. Non avendo adempiuto al suo obbligo di denuncia, è stato inserito nel fascicolo delle persone ricercate il giorno prima dell’omicidio, il 19 settembre.
/ATS
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