Mentre il salario minimo è stato aumentato del 2% il 1° novembre, le aziende che utilizzano pesantemente manodopera poco qualificata, in primis la pulizia, temono nel breve termine un'esplosione degli oneri sui salari bassi. Il disegno di legge finanziaria sulla previdenza sociale 2025 (PLFSS) presentato al Parlamento prevede un aumento dell'aliquota dei contributi del datore di lavoro di circa 4 punti (in 2 fasi), a seguito della revisione del sistema di riduzione dei costi.
Un “colpo aereo” che suscita la massima preoccupazione da parte della Fep e del suo presidente Philippe Jouanny: “Queste misure dannose, previste senza molte consultazioni o studi di impatto, con il nostro ramo professionale, avrebbero l’effetto immediato di fermare il massiccia dinamica di assunzioni nel settore (110.000 posti di lavoro netti creati in dieci anni), con l'esclusione di migliaia di dipendenti ai primi livelli di qualificazione. »
La fatidica barra di 1,6 SMIC
Il recente studio realizzato dal Dipartimento di ricerca, studi, valutazione e statistica (Drees) non sembra certo in grado di rassicurare i dirigenti delle PMI e delle IET interessate. Gli esperti hanno infatti stabilito che “per ottenere un aumento mensile di 100 euro netti il costo complessivo per il datore di lavoro è di 242 euro fino a 1,6 del salario minimo, ma oltre è di soli 174 euro. “. Una fattura che sale a 442 euro per un solo dipendente e inquilino, e a 770 euro per una famiglia monoparentale con 2 figli se il datore di lavoro vuole garantire un aumento netto di 100 euro in busta paga.
“Mi rifiuto di accettare un simile danno sociale ed economico per i dipendenti e le imprese di pulizia, e le conseguenze che ne derivano per tutti. Questo progetto è destabilizzante, ingiusto e pericoloso: va rivisto in parlamento e confido nei deputati e senatori, è in gioco la sopravvivenza delle aziende e dei posti di lavoro del settore! »conclude il presidente della Fep.
Il salario minimo è aumentato del 2% a partire dal 1° novembre 2024
Con decreto del 24 ottobre 2024, l’importo del salario minimo di crescita interprofessionale (Smic) è stato aumentato del 2% a partire dal 1° novembre. I nuovi importi mensili sono 1.801,80 euro lordi e 1.426,30 euro netti sulla base di 35 ore settimanali. La tariffa oraria è di € 11,88 lordi e € 9,40 netti.
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