Eccentrico mangaka a strisce bianche e rosse da marinaio, Kazuo Umezu (scritto anche Kazuo Umezz) è morto il 28 ottobre all'età di 88 anni, lo hanno annunciato martedì 5 novembre su X i collaboratori della sua casa di produzione nonché NHK, il pubblico principale televisione giapponese.
Nato nel settembre del 1936 a Koya, nella prefettura di Wakayama, il fumettista giapponese pubblicò i suoi primi racconti prima dei vent'anni, nel 1955, e decise presto di dedicarsi ai manga horror, nonostante la tiepidezza degli editori dell'epoca. “L’horror mi ha stimolato perché era proprio un genere assolutamente poco rappresentato e che sentivo potesse catturare un pubblico molto giovane”ha confidato l'autore alla rivista specializzata Atomo nel 2017, nella sua casa museo a Tokyo.
Se è stata sua madre a instillargli il gusto per il disegno, Kazuo Umezu ha preso l'appetito per l'orribile registro dal padre maestro di scuola che, quando era bambino nella regione di Nara, gli raccontava storie e didascalie spaventose prima di andare a letto. Una storia lo ha particolarmente segnato: quello della donna serpente, che considerava il punto di partenza della sua carriera di mangaka. La interpreterà in una trilogia rivolta alle ragazze, negli anni '60 (La donna serpenteedizioni Le lézard noir, 2017).
Pioniere ed emblema delle storie grafiche da incubo giapponesi, Kazuo Umezu è particolarmente venerato per le sue serie pubblicate all'inizio degli anni '70, La scuola portata via (Glénat, 2004). In questa storia di disastro iniziatico, un moderno istituto scolastico è proiettato in un futuro prossimo molto oscuro. « [Ses] I manga sono intrinsecamente spaventosi. Non perché voglia spaventare i suoi lettori, ma piuttosto perché questo autore continua a vivere mantenendo intatte le sue paure.ha detto di lui il critico culturale Saburo Kawamoto, nella postfazione alla ristampa francese di La scuola portata vianel 2021.
Nella sua prolifica ed estremamente varia bibliografia servita da un tratto fittamente oscuro, l'autore si è cimentato anche con talento nella fantascienza (Sono Shingo, The Black Lizard, 2017) e deliziava i piccoli giapponesi con i suoi scherzi grotteschi e talvolta scatofili compiuti da un ragazzino in Makoto-chan (La lucertola nera, 2023), uno dei suoi titoli più apprezzati nell'Arcipelago.
Kazuo Umezu lasciò il tavolo da disegno nel 1995 ma continuò felicemente ad apparire sui televisori di tutto il paese. Icona pop colorata e sorridente, è stato fonte di ispirazione per mangaka come Junji Ito ma ha anche contribuito a plasmare l'immaginario del “J-Horror” (“horror giapponese”) nelle arti visive contemporanee.
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