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“È un bravo ragazzo quando prende le medicine”: schizofrenico condannato per aver picchiato la madre

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l'essenziale
Un uomo è comparso giovedì davanti al tribunale penale di Castres per aver aggredito sua madre lo scorso settembre, atto avvenuto in un contesto di disturbi psicologici e tensioni familiari. È stato condannato a 4 mesi di prigione.

Giovedì 31 ottobre, un uomo di 30 anni, residente a Lagarrigue, è comparso davanti al tribunale di Castres per atti di violenza commessi il 22 settembre. L'individuo, sotto tutela ed ex politossicodipendente, aveva consumato quel giorno una bottiglia di vino bianco prima di colpire la madre, prendendola più volte a calci alle gambe e schiaffeggiandola. Davanti ai giudici ha ridimensionato le cose: “uno schiaffo, ma non forte”, minimizzando però i suoi gesti. L'uomo ha lanciato messaggi minacciosi anche alla compagna della nonna, che aveva difeso la madre, arrivando a scrivere: “Ti farò molto male, sporco stupratore”.

Disturbi mentali fin dall'adolescenza

I rapporti tra quest'uomo e sua madre, lei stessa sotto tutela, sono particolarmente tesi dalla morte del padre quattro anni fa. La madre, pur avendo sporto denuncia per le violenze, ha detto alla corte: “Ho fatto questo perché fosse ricoverato in ospedale, non perché andasse in prigione. È un ragazzo molto gentile quando prende le medicine”. Descrive un figlio che, appena smette di seguire il trattamento psichiatrico, diventa irritabile, si arrabbia improvvisamente “per niente” e lo insulta spesso. Questo percorso segnato da disturbi psicologici risale alla sua adolescenza: l'uomo è stato internato più volte dall'età di 16 anni e mostra chiari segni di squilibrio non appena si ritira dalla sorveglianza medica.

Braccia incrociate, occhi chiusi… al timone, il Tarnais sembrava a malapena presente, perso nel suo universo. In questo caso sono state effettuate tre perizie psichiatriche, il che è raro. Rivelano disturbi profondi: schizofrenia, psicosi cronica, iperattività e deficit di attenzione, disturbi di cui soffre fin dall'infanzia. Gli psicologi notarono in particolare che la morte del padre aveva segnato una svolta, aggravando i suoi disturbi già presenti.

“Una situazione estremamente complessa”

La fedina penale di quest'uomo riflette un percorso complesso, costellato di 14 condanne, la maggior parte delle quali legate a furti destinati a finanziare le sue ex dipendenze e alla violenza familiare. Questo delicato caso mette in luce i limiti del supporto legale di fronte a problemi psicologici. Come ha affermato il pubblico ministero: “Si tratta di una situazione estremamente complessa, che illustra lo stretto legame tra disturbi psicologici e comportamento criminale. La cosa importante qui è sapere quale sanzione imporre… ma non posso correre il rischio di reiterazione”. Il pubblico ministero ha chiesto una pena mista a otto mesi di carcere, di cui quattro mesi con sospensione condizionale e detenzione continuata.

Il tribunale ha dato seguito a queste richieste, mantenendo l'individuo in detenzione, ordinando al tempo stesso un'ingiunzione di custodia. Una misura volta a tutelarlo “prestandogli al tempo stesso una supervisione terapeutica, finché non si troverà per lui una struttura idonea”, ha concluso il presidente del tribunale.

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