l'essenziale
Come dimostra la sparatoria di giovedì a Poitiers, il traffico di droga provoca molteplici regolamenti di conti. A causa di queste violenze muoiono vittime sempre più giovani, a volte uccise da adolescenti della stessa età. Qual è la realtà della situazione e le soluzioni previste?
5 feriti gravi giovedì a Poitiers tra cui un adolescente di 15 anni tra la vita e la morte e altri due poco più grandi. Un bambino di 5 anni colpito alla testa da un Kalashnikov la scorsa settimana vicino a Rennes. Un giovane di 19 anni colpito al fegato da un colpo di pistola venerdì a Clermont-Ferrand. Venerdì un uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco a Valencia. Gli ultimi fatti di cronaca hanno posto le sparatorie e le violenze legate al traffico di droga al centro del dibattito pubblico e politico.
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Il ministro dell'Interno vuole prendere in mano la situazione e teme che siamo a “un punto di svolta”. “La plebaglia del narcotraffico non ha più limiti”, ha dichiarato Bruno Retailleau, preoccupato per una “messicanizzazione del Paese”. La violenza si è diffusa e non si limita più alle periferie di Marsiglia, Parigi e Lione.
Per smantellare l’ecosistema della droga, adotteremo una risposta su tutti i fronti. Ci vorrà molto tempo, ma vinceremo questa guerra. https://t.co/wG3w7MNeB8
— Bruno Retailleau (@BrunoRetailleau)
“Il mercato della droga e l'ultraviolenza che genera sono diventati quasi incontrollabili”, ha detto a Le Parisien un agente di polizia. “Non c'è giorno senza una sparatoria”, si lamenta
Un cambiamento nella criminalità
Alcuni agenti di polizia ritengono che ci sia stato un cambiamento nella criminalità organizzata, soprattutto ai tempi del Covid-19. Vedremmo un ringiovanimento di tutti coloro che sono coinvolti nel traffico di droga, a tutti i livelli. E, soprattutto, un'esplosione di violenza. “L'esecuzione è diventata la regola”, assicura un agente di polizia a Le Parisien. “Prima si sparava in aria o alle gambe per intimidire, oggi si uccide”, analizza.
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Nonostante questi segnali allarmanti, ci sono motivi di speranza. Nel 2023, secondo le statistiche del Ministero degli Interni, in Francia si sono verificati 418 regolamenti di conti, omicidi o tentati omicidi legati al traffico di droga. A luglio 2024 erano “solo” 188 contro 225 nello stesso periodo dell’anno precedente. Un leggero calo a livello nazionale e, soprattutto, una tregua a Marsiglia, uno dei territori più colpiti da questi problemi. Da quando la cosca mafiosa DZ ha ottenuto il monopolio del traffico di droga, i “narcomicidi” sono in netto calo.
L'esecutivo promette più risorse, spera in un nuovo inasprimento della legge ma sembra aver bisogno di soluzioni. Abbastanza per rilanciare un altro dibattito, quello della legalizzazione e depenalizzazione? Alcuni a sinistra vorrebbero comunque sottolinearne l'efficacia nel porre fine alla violenza legata al narcotraffico, soprattutto pensando all'esempio del Portogallo. Emmanuel Macron, dal canto suo, dimostra la sua fermezza contro la droga e si rifiuta di modificare la legislazione sugli stupefacenti.
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