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Queste cifre fanno dell’Aude un territorio in prima linea per quanto riguarda i disastri naturali… e la domanda di assicurazioni

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Il dipartimento abbina i rischi, dal radon ai siti di Seveso, con i rischi naturali innanzitutto, e più in particolare le inondazioni e il ritiro-rigonfiamento delle argille. Una caratteristica che fa dell'Aude un territorio dove la posta in gioco finanziaria è ancora più pesante per le compagnie d'assicurazione in materia di risarcimenti.

Aude, dipartimento di tutti i rischi

Dal sito Sign'Eau dell'unione mista degli ambienti acquatici e dei fiumi (Smmar) dell'Aude agli innumerevoli fascicoli Libre Office dell'Osservatorio nazionale dei rischi naturali (ONRN) passando per il sito CCR dedicato ai pericoli, ai riconoscimenti o ai rischi coperti, senza tralasciando il recente studio dell'INSEE sul rischio di alluvioni in Occitania, non mancano gli indicatori per capire che l'Aude è in 1Rif online sul tema delle catastrofi naturali… e quindi sulla questione del risarcimento atteso in cambio.

Nel cuore della zona calda del riscaldamento globale che è la zona mediterranea, il dipartimento è uno dei pericoli: approvato nel dicembre 2023 con decreto prefettizio, il fascicolo dipartimentale sui grandi rischi (DDRM) dell'Aude fa il punto. 433 comuni dell'Aude sono colpiti dal rischio di inondazioni rapide, 374 da un rischio di movimento del territorio legato a un forte pericolo di RGA; 183 comuni presentano addirittura otto rischi (naturali, tecnologici o specifici, come il radon o il cedimento delle dighe). Nel periodo 1989-2019, il costo cumulativo delle sole inondazioni nel dipartimento è stimato dall'INSEE a 745,8 milioni di euro, collocando l'Aude al 3° postoe esce da un triste podio in Occitania (Gard con 3,8 miliardi poi Hérault con 776 milioni di euro). Una classifica inevitabilmente intaccata dai due grandi eventi subiti nel novembre 1999, con danni stimati in 760 milioni di euro (ma nei cinque dipartimenti e 424 comuni colpiti dalle piogge del 12 e 13 novembre, ndr), ma anche dalla notte del Dal 14 al 15 ottobre 2018, con danni stimati in 200 milioni di euro da parte delle compagnie per i beni assicurati (e quasi 69 milioni di euro, per i beni non assicurabili degli enti locali).

Indicatori da seguire

Partendo dal principio che l'assicurazione non è destinata a svolgere attività filantropica, sorge una domanda: in certi territori dove si pone la questione delle catastrofi naturali e della loro moltiplicazione, per i professionisti il ​​gioco vale la candela? Una domanda che si misura rispetto a un indicatore disponibile sull’Osservatorio nazionale dei rischi naturali, creato nel 2012, in seguito alle conseguenze catastrofiche della tempesta Xynthia del 2010, con cinque grandi obiettivi: “migliorare e sfruttare la conoscenza dei pericoli e dei problemi” ; “fornire un sistema di valutazione e previsione” ; “contribuire alla gestione e al governo della prevenzione dei rischi” ; “servire all’analisi economica della prevenzione” ; “contribuire a migliorare la cultura del rischio”. Attraverso molteplici fascicoli emerge un indicatore, quello dei danni: numero di riconoscimenti Cat Nat per comune, ma anche, nel periodo 1995-2019 (aggiornato a marzo 2023), costo medio dei sinistri, costi cumulativi delle dichiarazioni, frequenza dei sinistri e infine sono così accessibili i rapporti medi tra sinistri e premi per comune, per inondazioni, movimenti di terreno e altre RGA.

Un rapporto sinistri/premi poco “attraente”.

Abbastanza per scoprire che l'Aude non rappresenta certo, per le compagnie di assicurazione, un terreno di gioco “attraente” sul piano finanziario. Alcuni comuni sono molto a rischio: dal 1995, 50 città o villaggi dell'Aude hanno accumulato tra 500.000 e 2 milioni di euro di costi legati alle inondazioni, 26 hanno danni compresi tra 2 e 5 milioni di euro, 13 tra 5 e 5 milioni di euro. 10 M€, 18 tra 10 e 50 M€; Dal lato RGA, 43 comuni presentano un danno cumulato compreso tra 500.000 e 2 milioni di euro, 7 hanno un danno cumulato compreso tra 2 e 5 milioni di euro e 3 tra 5 e 10 milioni di euro. Ma è senza dubbio un altro dato che le compagnie assicurative seguono con attenzione: quello del rapporto medio sinistri/premi, cioè il rapporto tra i costi dei sinistri alluvioni assunti dalla professione ed i premi Cat Nat acquisiti. Uno strumento che, precisa l'ONRN, permette di farlo “collegare la gravità del danno assicurato con le problematiche assicurate”specificandolo“oltre alle applicazioni assicurative in termini di tariffazione o analisi del portafoglio, questo indicatore può aiutare a stabilire la priorità delle misure di prevenzione da attuare”

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Nell'Aude, 96 comuni registrano un rapporto medio sinistri/premi superiore al 200% per le inondazioni di Cat Nat, con risarcimenti pagati due volte superiori ai contributi riscossi (48 comuni hanno un rapporto compreso tra 100 e 200%). Una fetta del +200% che riguarda quindi il 22% dei 433 comuni dell'Aude; percentuale che scende al 2,9% sui 34.839 comuni francesi censiti dall'ONRN. Un ritratto composito meno sfavorevole del Cat Nat RGA, con 38 comuni dell'Aude con un rapporto superiore al 200%, ovvero l'8,7% dei 433 comuni, quando questa fetta rappresenta solo il 5,5% dei comuni a livello nazionale. Ma basta leggere la fetta del rapporto sinistri/premi compresa tra il 100 e il 200% per confermare che l'Aude è effettivamente questo dipartimento di tutti i rischi: il 10,6% dei comuni dell'Aude comprende questa frazione, quando solo il 4,5% dei comuni Sono interessate 34.839 città e villaggi francesi analizzati.

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