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L’ONU chiede aiuti urgenti per il Sud Sudan

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Venerdì il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha lanciato un appello urgente ai donatori affinché forniscano rapidamente fondi al Sud Sudan, dove milioni di persone sono sull’orlo della carestia.

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Il WFP ha affermato che le sue riserve alimentari in Sud Sudan sono vuote e necessitano di 404 milioni di dollari per preparare gli aiuti per il 2025 in un contesto di “costi operativi alle stelle e fame”.

Senza finanziamenti rapidi, il WFP ha stimato che, a causa della mancanza di strade percorribili, avrebbe dovuto ricorrere a costosi lanci aerei nel corso dell’anno per raggiungere le comunità isolate e più minacciate.

“Ci vogliono mesi perché i fondi promessi dai donatori si trasformino in cibo nelle mani delle persone affamate in Sud Sudan. Le limitate reti stradali del paese sono impraticabili per gran parte dell'anno, in particolare nella parte orientale e centrale del paese, dove l'insicurezza alimentare è più elevata”, ha affermato Shaun Hughes, direttore ad interim del WFP per il Sud Sudan, in una nota.

I fondi ricevuti prima della fine di quest’anno consentirebbero al WFP di trasportare il cibo su strada durante la stagione secca, da dicembre ad aprile.

“I lanci aerei sono sempre (a) l’ultima risorsa per il WFP. Ogni dollaro speso in aereo è un dollaro non speso in cibo per le persone affamate”, ha aggiunto Hughes.

Secondo il WFP, più della metà (56%) della popolazione del Sud Sudan non ha cibo.

Si prevede che questa situazione peggiori a causa dell’elevata inflazione, delle inondazioni e dell’afflusso di rifugiati in fuga dal conflitto nel vicino Sudan.

Sin dalla sua indipendenza nel 2011, il Sud Sudan è stato afflitto da instabilità cronica, violenza, stagnazione economica e disastri climatici.

Come altre agenzie umanitarie, le risorse del WFP sono state messe a dura prova da molteplici crisi globali.

Secondo il WFP, nel 2024 solo 2,7 milioni dei 7,1 milioni di persone affamate hanno ricevuto assistenza durante il periodo più difficile in Sud Sudan, e la maggior parte ha ricevuto solo la metà delle razioni.

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