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Il colonnello Assimi Goita promosso al grado di generale dell’Esercito: il presidente della transizione non ha sbagliato a prendere questa decisione?

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È nel momento in cui i popoli resilienti stringono la cinghia e accettano molti sacrifici che coloro che hanno la responsabilità di gestire il Paese si concedono gradi che sembrano essere considerati da molti osservatori come un capello nel brodo delle autorità del transizione e in particolare quella del Presidente della transizione come garante della giustizia, dell’equità, della stabilità e di un certo equilibrio sociale. Questa promozione non è solo un bonus per il colpo di stato, ma calpesta anche e soprattutto i valori dell’esemplarità e della responsabilità nei confronti del popolo. Il Presidente della transizione, peraltro capo supremo degli eserciti, è stato certamente molto fuorviante nel prendere la decisione di promuovere 10 colonnelli, compreso lui stesso, al grado di generali. In effetti, gli esempi ben consolidati in Africa come quelli del capitano Thomas Sankaré del Burkina Faso, del colonnello Mouammar Gheddafi della Libia e del capitano Johny Rawlings del Ghana dovrebbero ispirare il colonnello Assimi Goita se non rinuncia completamente a questa promozione, per poter astenersi mantenendo il grado di colonnello e promuovendo gli altri suoi fratelli d’armi. Ancora una volta ha mancato un punto di svolta importante scrivendo una pagina gloriosa nella storia contemporanea del suo Paese. Questo è il motivo per cui molti maliani pensano che chi detiene il potere sia molto più interessato a preservare i propri interessi che a servire il proprio popolo che soffre il martirio.
I Consiglieri del Presidente della Transizione hanno fallito nella loro missione?

Vale davvero la pena porsi questa domanda quando sappiamo che il Presidente della transizione ha consiglieri militari tra cui un ex generale in pensione. Come avrebbero potuto questi consiglieri non convincere il presidente della transizione ad abbandonare un progetto così impopolare e inappropriato, soprattutto se ha altre ambizioni per il Mali? Questa autopromozione è senza dubbio un grosso errore politico e rende il Presidente della transizione impopolare agli occhi di molti maliani, che però non solo lo portavano nel cuore, ma anche e soprattutto nutrivano per lui una grande stima. Ricordiamo che questa decisione è stata presa in un momento in cui la stragrande maggioranza dei maliani è disperata perché priva di elettricità e risorse finanziarie, con conseguente aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. Cosa possiamo dire della chiusura totale delle imprese che porta ad una massiccia disoccupazione.

Ciò che è ancora assurdo è che questa decisione è stata presa subito dopo la battaglia di Tinzawatène e l’incursione mortale di terroristi armati nel cuore del nostro sistema di sicurezza a Bamako, dove le ceneri della scuola della gendarmeria fumano ancora con tutte le domande che suscitano! In breve, i consiglieri del Presidente avrebbero dovuto addurre questi argomenti per dissuaderlo dal prendere questa decisione. L’ultimo grande argomento che i suoi consiglieri avrebbero dovuto avanzare è quello relativo ad un vecchio adagio maliano che dice che non ci si proclama re, ma sono gli altri che devono giudicarlo opportuno in base agli atti di coraggio, di rettitudine che si sarebbero posti , per intronizzarti re. Chi può capirà.

Questa promozione è opportuna oggi e non genera ulteriori oneri finanziari, soprattutto in un contesto di risorse insufficienti?

La sua inadeguatezza è evidente, soprattutto quando conosciamo il difficile contesto in cui si trova il Mali e le immense sfide dell’insicurezza, della crisi sociale, della crisi finanziaria che annientano tutti gli sforzi delle persone resilienti. Quanto all’impatto finanziario sul bilancio, è innegabile, perché un generale costerà ai contribuenti maliani qualche milione in più dei nostri franchi. Per questo molti osservatori della scena politica affermano che questa decisione è un ostacolo per il presidente di transizione al quale abbiamo attribuito buona fede, un certo rigore nella gestione della cosa pubblica e buone intenzioni, soprattutto quando vorrebbe hanno rinunciato a parte dei suoi bonus per svolgere opere sociali. Questa decisione, infatti, è stata presa mentre è in corso il dibattito sulla riduzione dello stile di vita dello Stato con la pressante richiesta da parte della popolazione di una riduzione degli emolumenti dei consiglieri della CNT, dei bonus da parte delle autorità, come del resto avviene in Burkina Faso. Ancora una volta le autorità hanno dato un cattivo esempio al popolo maliano.
Non è forse un bonus per il colpo di stato, che immagine restituisce questa promozione alle persone resilienti che sono disperate e soprattutto alle parti sociali dello Stato che sono i sindacati?

Questa decisione potrebbe essere descritta come un bonus per il colpo di stato, farà venire voglia ad altri soldati di farlo di nuovo, perché alla fine la ricompensa è succosa. Infatti, mentre le autorità affermano che stanno creando istituzioni per vietare il colpo di stato in Mali, stanno intraprendendo azioni che incoraggiano il colpo di stato. Con questa promozione qualsiasi generazione all’interno dell’esercito potrebbe essere tentata dal colpo di stato sapendo bene che alla fine dei conti si tratta di una grande promozione. Per questo l’ideale sarebbe stato che il presidente Assimi Goita rinunciasse o almeno per il momento a questo progetto e lasciasse questa iniziativa al suo successore che per gratitudine avrebbe potuto intraprendere questa azione. Quanto all’impatto di questa decisione sulle relazioni tra lo Stato e i suoi partner, non potrà che essere negativo e potrebbe addirittura suscitare un rinnovato interesse tra i sindacalisti che tuttavia avevano accantonato le loro rivendicazioni corporativiste per solidarietà con il popolo e tenendo conto della situazione crisi multidimensionale che scuote il Mali. Le autorità avranno difficoltà a convincere le parti sociali, quindi ora sembrano aprire il vaso di Pandora.

In definitiva, questa promozione ha indubbiamente abbassato la popolarità del presidente di transizione e se per caso aveva l’ambizione di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali, ha solo dato un ulteriore impulso ai suoi detrattori e oppositori. Se non si candida, gli faccia sapere che ha dato ai candidati un’occasione adeguata per criticare questa decisione impopolare che potrebbe correre il rischio di essere annullata dal suo successore. Quindi il vaso di Pandora è ormai aperto, mentre è in corso il dibattito su questa promozione.


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