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Irlanda del Nord. La violenza settaria di ieri è stata sostituita da una nuova piaga, il traffico di droga

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Sin dagli anni ’70, l’Irlanda del Nord è stata segnata dalla violenza settaria tra le comunità cattoliche e protestanti, ma negli ultimi tempi il volto della criminalità nell’Ulster è cambiato. I gruppi paramilitari, che un tempo combattevano per difendere le loro comunità, ora si sono rivolti ad un business molto più redditizio: il traffico di droga.

Il passaggio dal conflitto settario alla criminalità organizzata

Ultimo omicidio attribuito ai lealisti in un contesto di odio settario risale al luglio 2002, con l’assassinio di Gerard Lawlor da parte dell’Ulster Defense Association (UDA). Questo evento ha segnato un’epoca in cui la violenza contro i civili era una pratica comune per i gruppi armati, lasciando dietro di sé decine di vittime innocenti. Ma da allora, la violenza diretta tra comunità sembra aver lasciato il posto a una guerra tra reti criminali – una guerra interna in cui il guadagno finanziario ha la precedenza sulle ideologie del passato.

I paramilitari di oggi non sono più concentrati sulla protezione della propria comunità. Invece, proteggono i loro territori da altri gruppi rivali, mentre cattolici e protestanti diventano clienti… almeno fino a quando non possono più pagare. La violenza, quando si verifica, spesso prende di mira coloro che non onorano i propri debiti, provocando minacce e brutali rappresaglie.

Droga, racket e cooperazione transfrontaliera

Oggi il traffico di droga è un’attività redditizia per queste organizzazioni, che rivaleggiano con i cartelli nei metodi e nei mezzi. A differenza degli anni dei “Troubles”, Dublino non è più il nemico ma un partner strategico per l’approvvigionamento di narcotici. La città è diventata una delle principali fonti di droga destinate all’Irlanda del Nord, con una sorprendente cooperazione tra ex nemici.

Il traffico di droga in Irlanda del Nord ha raggiunto un livello preoccupante, e le statistiche lo dimostrano: la regione registra uno dei tassi di decessi legati alla droga più alti in Europa. Nelle aree controllate da queste organizzazioni, i decessi per overdose sono cinque volte più frequenti che nelle regioni meno colpite da questa influenza criminale.

Nonostante questa situazione allarmante, i criminali spesso agiscono impunemente. Veicoli di lusso con i vetri oscurati parcheggiano davanti alle case popolari, simboli visibili di ricchezza illecita. I residenti però sono terrorizzati e regna il silenzio. Un’omertà degna della mafia impedisce ai residenti di denunciare gli spacciatori per paura di ritorsioni.

Se la Polizia dell’Irlanda del Nord (PSNI) conosce bene i “padrini” di questa economia sommersa, la pressione ad agire è meno forte che al momento degli attentati e delle sparatorie. Gli arresti sono rari e la transizione promessa per allontanare gli ex paramilitari dalla violenza rimane poco visibile.

Il peso della sorveglianza e della tecnologia

Oltre alla trasformazione economica e all’aumento della criminalità organizzata, uUn altro fattore spiega perché i problemi del passato non sono pronti a ritornare: la sorveglianza. L’Irlanda del Nord è oggi uno dei territori più monitorati al mondo, con una telecamera a circuito chiuso per circa 11 residenti. Nei comuni di Armagh, Banbridge e Craigavon, ad esempio, ci sono 639 telecamere di sorveglianza, più che a Liverpool o Manchester.

Questa onnipresenza della sorveglianza rende improbabile una recrudescenza della violenza paramilitare. Il rischio di essere ripresi e poi denunciati in video scoraggia così atti di violenza indiscriminata.

I tempi sono cambiati in Irlanda del Nord. I gruppi paramilitari, un tempo simboli della difesa della comunità, hanno lasciato il posto ad organizzazioni criminali motivate dal denaro e operanti in modo deliberatamente apolitico. Mentre il governo e le istituzioni locali lottano per arginare questa nuova ondata di criminalità, i residenti della regione vivono sotto la minaccia di una nuova forma di violenza. La pace è certamente mantenuta, ma poggia su un fragile equilibrio in cui la droga e la criminalità prosperano all’ombra delle telecamere di sorveglianza.

YV

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