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vertice di Berlino per l’Ucraina

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Dopo aver rinviato un primo viaggio in Europa, inizialmente previsto una settimana fa con un vertice tra i paesi alleati dell’Ucraina, Joe Biden si recherà questo venerdì nel Vecchio Continente. Parteciperà in particolare a un incontro a quattro con il suo omologo francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico Keir Starmer, secondo il programma di visita inviato dalla Casa Bianca. Il viaggio avviene mentre il presidente Biden ha annunciato 425 milioni di dollari in nuovi aiuti statunitensi all’Ucraina durante una telefonata mercoledì con il presidente Volodymyr Zelenskyj.

Dall’altra parte dell’Atlantico, le elezioni presidenziali del 5 novembre potrebbero costituire una cesura in caso di vittoria del repubblicano Donald Trump, che giovedì ha assicurato che Volodymyr Zelenskyj “non avrebbe mai dovuto lasciare che questa guerra iniziasse”. E questo, anche se alcuni esperti prevedono anche un ritiro degli americani dagli affari internazionali in caso di elezione della democratica Kamala Harris. “La tentazione di ritirarsi sarà forte indipendentemente dal candidato eletto. Gli Stati Uniti non vogliono più essere il poliziotto del mondo”, ha spiegato Laurence Nardon, responsabile del programma Americhe presso l’Istituto francese di relazioni internazionali. In occasione di questo viaggio a Berlino, Joe Biden “manderà sicuramente un messaggio agli europei sull’importanza che si preparino ad assumersi maggiori responsabilità nell’aiuto all’Ucraina”, afferma la politologa tedesca ed esperta di relazioni internazionali Daniela Schwarzer della Fondazione Bertelsmann.

Un aiuto che mostra segni di indebolimento

La Germania è il secondo maggiore donatore di aiuti all’Ucraina, mentre gli Stati Uniti sono il primo. Ma ha dimezzato, portandola a quattro miliardi di euro, la dotazione di bilancio per gli aiuti all’Ucraina nel 2025. Per la Casa Bianca, l’incontro separato tra il presidente americano e Olaf Scholz consentirà di “rafforzare gli stretti legami” tra i due Paesi e di “coordinarsi sulle priorità geopolitiche, in particolare la difesa dell’Ucraina contro l’aggressione russa e gli eventi in Medio Oriente”.

Ma dopo quasi tre anni di conflitto in Ucraina, gli aiuti occidentali potrebbero presto indebolirsi. In discussione, quindi, la scadenza delle elezioni presidenziali americane, ma anche il possibile divampare del conflitto in Medio Oriente. Una situazione che sarà all’ordine del giorno anche delle discussioni tra i quattro principali alleati transatlantici.

Discussioni future con Putin?

Anche l’opinione pubblica comincia a mostrare segni di stanchezza. In Germania, i partiti AfD – di estrema destra – ma anche BSW- sinistra radicale -, ostile alla continua fornitura di armi a Kiev, ha recentemente ottenuto buoni risultati alle elezioni regionali in Sassonia e Turingia.

Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha recentemente presentato il suo “piano di vittoria” in questo conflitto tra lui e la Russia a diversi leader europei tra cui Emmanuel Macron, mercoledì anche il cancelliere Olaf Scholz ha invitato a “fare tutto” per evitare che il conflitto continui. Anche discutendo con Vladimir Putin, in consultazione con l’Ucraina e gli altri alleati di questo paese.

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