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La Ferrari presenta la sua “supercar” F80 a 3,6 milioni di euro – 17/10/2024 alle 14:00

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Ferrari RACE.MI ha presentato giovedì la sua nuova “supercar” in edizione limitata, già esaurita nonostante il prezzo base di 3,6 milioni di euro, il modello di vettura stradale più costoso mai offerto dal gruppo.

La F80, un’auto ibrida ad ala di gabbiano, è al centro della strategia di lancio della Ferrari, che mira a mantenere l’interesse della sua ricca clientela, mentre la casa automobilistica italiana si prepara a lanciare la sua prima auto puramente elettrica alla fine del prossimo anno.

La F80 “è la vettura che alza il livello della nostra gamma”, ha affermato Enrico Galliera, direttore marketing e vendite, durante la sua presentazione a Maranello, città natale della Ferrari. “Questa è un’auto che speriamo possa fare la storia negli anni a venire”, ha aggiunto.

Le “supercar” della Ferrari sono modelli di fascia alta che il marchio lancia una volta ogni dieci anni e che incorporano caratteristiche tecnologiche innovative.

La prima, denominata GTO, è stata lanciata 40 anni fa, la più recente è stata la LaFerrari del 2013, riproposta in versione cabriolet nel 2016.

Verranno prodotti solo 799 esemplari della F80, ciascuno dei quali è già stato assegnato a un cliente specifico, con un numero totale di richieste tre volte superiore alla produzione prevista, ha detto il direttore marketing e vendite della Ferrari.

Dotata di un motore ibrido a sei cilindri da tre litri con una potenza totale di 1.200 cavalli, pastiglie dei freni da corsa, sospensioni attive avanzate e parti metalliche ultraleggere stampate in 3D, la F80 incorpora elementi delle competizioni automobilistiche di endurance e di Formula 1 e sarà in grado di raggiungere una velocità massima di 350 km/h.

Le consegne inizieranno nel quarto trimestre del prossimo anno e la produzione dovrebbe continuare fino alla fine del 2027, data che segnerà anche l’80° anniversario del marchio del cavallino rampante.

(Relazione di Giulio Piovaccari; versione francese di Etienne Breban; a cura di Augustin Turpin)

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