In un contesto pesante e talvolta cupo, la squadra francese farebbe piacere ai suoi tifosi vincendo in grande stile lunedì sera in Belgio nella Nations League.
Sarebbe troppo chiedere di assistere ad una grande partita di calcio lunedì a Bruxelles? Tra il fallimento europeo in termini di gioco quest’estate, meno sul lato dei risultati con una semifinale persa contro la Spagna (la 4a delle ultime 5 competizioni internazionali), un ritorno nella media a settembre (sconfitta contro l’Italia, vittoria contro il Belgio). e un logico successo contro un debole Israele (1-4) giovedì scorso nel triste clima di Budapest, mancano i tifosi dei Blues. Di sensazioni, emozioni e spettacolo. Il che, in definitiva, rende questo sport così speciale. Per cosa lo amiamo.
Attenzione, nessuno chiede l’impossibile a questa squadra francese privata delle sue stelle (Kylian Mbappé che sta ricaricando le batterie in Svezia, Antoine Griezmann ritirato, in misura minore N’Golo Kanté infortunato e Adrien Rabiot risparmiato) e che stanno lottando va bene che problema con i club prepotenti, ma già, una copia attraente farebbe bene al morale.
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Dopo le Olimpiadi che hanno infiammato un Paese intero, con atleti normali che hanno dato il cuore con o senza medaglia, il mondo del calcio non ha ancora capito l’importanza di donare un po’ di sé ai cuori caldi. E in mancanza di ciò, se non c’è quello (oggi è più difficile intervistare un giocatore della Francia che qualsiasi politico o attore protagonista), meno spettacolo in campo. Il che non è il caso in quanto si tratta di un contratto di locazione in selezione.
Risultato, contro Israele lunedì sera (un manifesto di second’ordine ve lo concediamo), solo 3,98 milioni di telespettatori hanno seguito le avventure dei compagni di Aurélien Tchouaméni davanti alla loro stazione. Il punteggio peggiore dal 2019. I tifosi francesi hanno iniziato ad ascoltare Didier Deschamps che quest’estate ha detto che le persone potrebbero cambiare canale se il contenuto delle partite non fosse di loro gradimento. Aneddoto o inizio di un disamore? Il tempo lo dirà.
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Alla luce di una nuova era, con una selezione senza giocatori esperti dopo le partenze di Lloris, Varane, Giroud o anche Griezmann, e senza una stella mondiale con l’assenza di Mbappé, le classifiche francesi sembrano cupe. In questo gruppo di 23, solo due membri (Areola e Dembélé) hanno vinto la Coppa del Mondo e questa famosa 2a stella. Due su ventitré. Il rinnovamento è totale. Fare un passo indietro deve basarsi anche sullo status reciproco. Questo vale per i giocatori e per chi li circonda.
Ad oggi, tutta questa truppa, che cercherà di seguire le orme dei propri predecessori e alla quale auguriamo successo, non ha alcun peso nella storia della squadra francese. Tutti devono esserne consapevoli. E per evitare che i tifosi azzurri restino ancora imbronciati, dominando un Belgio depauperato (De Bruyne, assenti Lukaku), dando spettacolo non sarebbe una cattiva idea. Questo ci permetterebbe di ritornare alla vita quotidiana dei club in maniera più leggera. E se ci fosse ancora interesse, lo spettatore potrebbe spegnere la televisione con un sorriso. Non vedo l’ora di incontrare la squadra francese a novembre. Pulcino?
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