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Non possiedi i videogiochi che acquisti, anche su Steam

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Nel formato fisico come in quello digitale, i videogiochi sono beni soggetti a licenze d’uso, che, anche se li acquistiamo, non ci appartengono.

È un dibattito di cui si parla da mesi sui social network: i videogiochi che compriamo, sia in versione box che in versione digitale, non ci appartengono realmente.

Il motivo è semplice: tecnicamente non si tratta del gioco che state acquistando spendendo diverse decine di euro, bensì di una licenza d’uso. La cosa è nota a chiunque si diverta a leggere le centinaia di righe delle condizioni generali d’uso che si è obbligati ad accettare prima di lanciare un gioco. Ma per chi non le legge, le informazioni sono già abbastanza per dare fastidio.

Un nuovo avviso più chiaro su Steam

Il dibattito ha assunto un’altra dimensione quando il governatore della California Gavon Newsom ha firmato una legge all’inizio di ottobre 2024 in cui si stabilisce che le parole “acquisto, acquisto o altri termini che una persona potrebbe interpretare come conferienti un diritto illimitato di proprietà su una risorsa digitale” non potevano essere usato. Una legge che ha quindi messo i brividi all’industria dei beni digitali, compresa Steam, che ha messo online un nuovo pannello informativo.

Individuato da Engadget e verificato da Tech&Co, Steam ora indica che “l’acquisto di un prodotto digitale garantisce una licenza per il prodotto su Steam”, negli Stati Uniti, ma anche per altri paesi in cui la piattaforma è disponibile, inclusa la Francia.

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Steam ora mostra un avviso sul canone di licenza © Tech&Co

In altre parole, l’avviso spiega specificamente che il gioco che acquisterai funzionerà solo su Steam e che il tuo acquisto ti garantirà una licenza, non la proprietà esclusiva su di esso.

Ciò consentirà a Steam di sfuggire all’ira della California? Ciò dipenderà dalla valutazione dei legislatori che richiedono che un negozio di beni digitali utilizzi un “linguaggio chiaro” per continuare a utilizzare la parola “Acquista”.

Per Jacqui Irwin, che ha partecipato alla proposta di legge in California, diventa “necessario” tutelare i consumatori che si rivolgono sempre più ai formati digitali. Tuttavia non specifica che per un gioco fisico valgono le stesse condizioni: quando acquisti un gioco in scatola, hai sicuramente l’oggetto, ma tutta la proprietà intellettuale va all’editore e allo sviluppatore. Anche questo implica che i giocatori abbiano una licenza semplice.

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